Attualità
21 Gennaio 2019
Nursing Up contro la direzione per la gestione del sistema emergenza-urgenza

Disagi all’ospedale. Il sindacato infermieri contro la dirigenza

di Redazione | 4 min

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Una riorganizzazione fatta in fretta e furia che rischia di mettere a rischio la sicurezza dei cittadini, dei lavoratori e che deteriora la qualità del servizio. È, in estrema sintesi, ciò che il sindacato degli infermieri Nursing Up Ferrara critica della gestione del sistema di emergenza-urgenza all’ospedale di Cona, in questi giorni decisamente sotto stress per via dell’iperafflusso di pazienti e dei tanti ricoveri.

“Il sindacato degli infermieri Nursing Up si trova nuovamente a mostrare alla cittadinanza locale e nazionale (principale finanziatore e fruitore di codesta azienda) il proprio disappunto circa gli ultimi avvenimenti che si stanno susseguendo all’interno dell’ospedale Sant’Anna di Cona”, si legge in una nota inviata dalla consigliera regionale Emilia Romagna del sindacato Francesca Batani. “L’azienda in fretta e furia ha spostato nel bel mezzo delle festività natalizie, l’Unità operativa Chirurgia d’urgenza, mettendo in difficoltà il personale che non ha avuto modo e tempo per una corretta riorganizzazione (neppure i sindacati erano stati informati con i crismi dovuti, informativa data alla vigilia di Natale di pomeriggio senza possibilità di confronto). Questo spostamento ha generato un ampliamento dello spazio della Medicina d’Urgenza che, come era prevedibile, seguendo le medesime modalità della Chirurgia d’Urgenza, da domani (lunedì 21 gennaio) partirà senza una riorganizzazione ragionata, condivisa, ma imposta dalla direzione delle professioni senza alcun parere espresso dagli infermieri stessi e dai sindacati”.

Secondo Batani ciò comporterà un “rischio di errore i poveri lavoratori”, costretti “a lavorare non in sicurezza”. In particolare, spiega la sindacalista “da 29 si passerà a 46 posti letto che saranno gestiti da un infermiere e da un Oss di reparto che si dovranno confrontare con un medico pagato a gettone che non lavora in Medicina d’Urgenza. Ci preme sottolineare che non sono i numeri a dare la qualità ma la preparazione e formazione di ogni singolo professionista, urgenzisti non si nasce né lo si diventa con la laurea in medicina, quest’ultimo è un requisito ma poi è necessaria una formazione continua presso il dipartimento di emergenza-urgenza, non è pagando con un gettone (oneroso) ad un medico proveniente da altri dipartimenti che si eroga la qualità e non è qualità neppure fare lavorare (seppur volontariamente) tante ore oltre il proprio servizio un professionista che tra l’altro in emergenza/urgenza deve essere desto e lesto perché, se è pur vero ovunque, qui agire in pochi secondi equivale a fare la differenza tra la vita e la morte, tra il recupero totale delle funzionalità del paziente o la disabilità. Lo stesso vale per gli infermieri, tant’è che non tutti i 6 infermieri e 10 Oss assunti per l’occasione risultano attualmente formati”.

Ancora, “non risulta un piano di lavoro scritto o sviluppato né dal coordinatore né dalle direzione delle professioni: gli infermieri dovranno presenziare ed organizzarsi a seconda del momento” e “ad aggravare questa situazione già drammatica, c’è anche la circostanza storica (su un ospedale nuovo) e assurda. Il reparto di Medicina d’Urgenza non si trova vicino al Pronto Soccorso (come sarebbe auspicabile anche da linee guida fornite dalla Federazione Italiana Medica d’Emergenza Urgenza e Catastrofi Fimeuc ), ma è collocata molto lontano e neppure sullo stesso piano, questo significa che il tragitto, che è sempre un incognito perché il paziente può sempre cambiare, diventa un rischio per il cittadino e per gli operatori che sono costretti a lavorare non in sicurezza”.

Per la sindacalista c’è una criticità anche nei posti letto di Osservazione breve e intensiva (Obi), anche questi da dislocare vicino al pronto soccorso, ma che a Cona “sono invece in Medicina d’Urgenza”. Sempre sul tema,  Batani sostiene che “l’azienda non ha mai dichiarato quanti sono i letti Obi, mentre sempre da linee guida Fimeuc ogni 4 posti Obi devono essere presenti un infermiere ed un medico. Il paradosso è che in Medicina d’Urgenza ci sono stati anche 16 posti Obi gestiti da un solo infermiere”.

E così, dopo aver riempito di critiche la direzione ospedaliera, l’ultimo passo della nota sindacale è rivolto ai cittadini: “Caro cittadino non arrabbiarti con l’operatore la prossima volta che ti rechi in azienda, ma fai valere i tuoi diritti e rivolgiti direttamente alla dirigenza, chiedendo perché la scelta di un Pronto Soccorso lontano dalla Medicina d’Urgenza, chiedi perché un pronto soccorso senza Obi, chiedi perché una Medicina d’urgenza senza terapia sub-intensiva e poi chiedi anche perché così pochi professionisti per tutelare un bene intangibile quale quello della tua salute”.

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