Sono 32mila, in soli 5 giorni, i cittadini di tutta Italia che hanno firmato l’appello di Vittorio Sgarbi (sottoscritto in prima istanza da 250 intellettuali sulle pagine del “Corriere della Sera”) contro il progetto di ampliamento di Palazzo dei Diamanti a Ferrara.
“Una grande mobilitazione popolare – la definisce Sgarbi -, segno che verso il patrimonio monumentale italiano mostrano più sensibilità i cittadini comuni che certi architetti”.
Le firme fanno seguito all’appello redatto dalla Fondazione Cavallini Sgarbi e rivolto al ministro dei beni culturali.
La raccolta di firme (https://www.change.org/p/comunediferrara-salviamo-palazzo-dei-diamanti) è stata promossa, queste le parole della chiamata alla firma, “per difendere l’integrità, minacciata da una visione utilitaristica, di un monumento che appartiene alla umanità”.
Nei giorni scorsi Vittorio Sgarbi ha presentato una interrogazione al ministro dei beni culturali Bonisoli, chiedendo di “richiamare gli uffici competenti, al di là di indebite pressioni e coperture politiche o utilitaristiche, a vigilare sul rispetto della legge che non consente, e non ve ne sono precedenti, per edifici del valore universale di Palazzo dei Diamanti, in una città del Rinascimento dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco, manomissioni, alterazioni, integrazioni, ampliamenti, che ne compromettano la secolare”integrità materiale”, come hanno richiamato luminari della tutela come Christoph Frommel, Arturo Carlo Quintavalle, Andrea Emiliani, Eugenio Riccomini, Giuseppe Cristinelli, Vittorio Emiliani, Elio Garzillo, Luigi Malnati, Massimo Osanna, alcuni dei quali sovrintendenti emeriti del ministero dei beni culturali”.
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