Poggio Renatico
15 Gennaio 2019
Luigi Rimondi, 81 anni, era vicino casa quando è stato colpito da una Punto sulla Sp 35

Investito in bici da un’auto, muore sul colpo ex biciclettaio 81enne

di Redazione | 3 min

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di Martin Miraglia

Poggio Renatico. È morto sul colpo, a pochi metri da casa e sulla sua bici, una di quelle che per una tragica ironia della sorte aveva venduto in un negozio del centro fino a pochi decenni fa quando ha raggiunto la pensione.

Luigi Rimondi, 81 anni computi a giugno, stava percorrendo sulla sue due ruote via XX Settembre, la provinciale che collega Poggio Renatico al bolognese e a Terre del Reno, appena fuori le porte del paese, quando poco dopo le 15.30, una Fiat Punto guidata da un suo concittadino lo colpisce con l’anteriore sinistro della vettura all’incrocio con via Chiesa Vecchia mentre procede in direzione Bologna.

Lo schianto arriva subito dopo una curva cieca, il sole di gennaio a quell’ora è già basso e fa risaltare il parabrezza invece che la strada: B. F., il conducente 70enne della Punto, dichiarerà più tardi agli agenti accorsi sul posto di non averlo nemmeno visto. L’impatto è quindi inevitabile, la bicicletta malconcia schizza dall’altro lato della strada dove c’è la pista ciclabile e un muretto di un’abitazione contro la quale si scontra e rimane lì. Rimondi, che abitava sulla stessa via qualche decina di numeri civici più in là, rimane al centro della carreggiata al termine di segni di frenata lunghi diversi metri insieme al suo cappello e al suo paio di occhiali che lo precedono sull’asfalto di poco.

 

Luigi Rimondi

Immediata la richiesta di aiuto, sul luogo dell’impatto si fiondano gli agenti della Polizia Municipale dell’Alto Ferrarese con due mezzi e una stazione mobile e un’ambulanza coadiuvata da un’automedica del 118. Le manovre rianimatorie cominciano subito, la condizione è tragica: i medici provano l’impossibile dandosi il cambio per il massaggio cardiaco per quasi mezz’ora mentre gli agenti dirigono il traffico e i curiosi lontano dalla scena. Alle 16.15 non c’è più niente da fare: i medici constatano il decesso stendendo sul suo corpo un pietoso telo bianco, i vigili cordonano la strada col nastro bianco e rosso, l’ambulanza riparte vuota. B. F., dopo essere rimasto in silenzio chiuso nella speranza, si sfoga in un pianto e poi tenta di aiutare gli agenti nella ricostruzione dell’impatto mentre sono i corso i rilievi.

“Rimondi era una persona molto conosciuta a Poggio, insieme al resto della sua famiglia”, ricorda con affetto il sindaco Daniele Garuti: “Lui aveva fino a ormai un po’ di tempo fa un negozio di biciclette in piazza, dove adesso c’è invece l’Aci, la moglie era a capo dell’edicola diverse gestioni fa e anche la figlia è sempre stata in prima fila con le associazioni per la lotta al cancro e alle iniziative del Tennis Club. Girava per il paese, si teneva bene: dimostrava una decina d’anni di meno”.

Le cause dell’incidente rimangono al vaglio degli inquirenti nonostante i rilievi stradali e disposti dal magistrato — con la conseguente chiusura della strada e la deviazione del traffico verso vie interne del paese che ha causato diverse code — siano durati più di tre ore: perché Rimondi non si sia servito della ciclabile, e la sua posizione esatta al momento dell’impatto rimangono ancora da capire anche se probabilmente l’uomo stava cambiando lato della carreggiata in un punto pericoloso magari abbagliato dalla luce anche lui.

La salma è stata infine trasportata all’istituto di medicina legale a disposizione per eventuali accertamenti autoptici nel caso questi vengano richiesti dalla magistratura inquirente.

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