Politica
13 Gennaio 2019
Alberto Bova è coordinatore comunale e probabile futuro candidato. Il sindaco di Parma: "Per l'ampliamento del Diamanti basta un referendum"

Elezioni. Pizzarotti battezza l’ingresso di Ferrara Concreta in ‘Italia in Comune’

di Redazione | 4 min

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(foto di Alessandro Castaldi)

di Martin Miraglia

Ferrara Concreta — oppure “il miracolo di Ferrara Concreta, che a differenza delle altre liste civiche non si è sciolta come neve al sole”, per dirla come il suo consigliere comunale Alberto Bova — si sposta di asse ed entra a far parte di ‘Italia in Comune’.

Il passaggio è avvenuto al termine della prima assemblea generale della sezione ferrarese del partito fondato dal sindaco di Parma Federico Pizzarotti, presente all’hotel Astra per eleggere, di fronte a una cinquantina di persone, le nuove cariche cittadine della formazione partitica che si prefigge di fare rete con gli amministratori locali sparsi per i territori.

L’alleanza dà quindi seguito all’annuncio di Bova che nei mesi scorsi aveva confermato il proseguimento dell’esperienza civica slegata dalla coalizione dei democratici. Si tratta infatti della costituzione del comitato ferrarese di Italia in Comune, più che di un trasloco vero e proprio, anche se tutti i sostenitori di Ferrara Concreta sono lì.

Oltre a Bova – che con tutta probabilità sarà il futuro candidato sindaco – ci sono l’assessore al commercio Roberto Serra, il presidente della lista Paolo Orsatti, i sostenitori della prima ora di Bova e una rappresentanza di ex impegnati sia in partiti di centrodestra che di centrosinistra che ora militano nella lista nominata ‘Italia in Comune – Ferrara Concreta’ che si candiderà alle elezioni.

“Ci stiamo preparando alle elezioni dopo l’esperienza di una legislatura. All’epoca abbiamo sostenuto la persona migliore, Tiziano Tagliani, e non rinneghiamo quanto successo, ma ora entro il 16 febbraio diremo chi è il prossimo candidato sindaco – annuncia lo stesso Bova -. Dei partiti si è detto di tutto e di più, ma è la fusione dei principi della democrazia. Abbiamo votato all’unanimità per entrare in Italia in Comune perché ci siamo riconosciuti nei loro valori e in un programma di 10 o 15 punti molto specifici, per delle elezioni comunali da gestire senza bacchetta magica” chiosa il consigliere. Che si dice idealmente aperto a una tassa di scopo “se ci saranno dei progetti importanti da finanziare, perché la gente è contenta a pagare le tasse se vede il frutto di quel prelievo” e fa sapere che il partito “non chiude a nessuno, da oggi ognuno dà il proprio contributo”.

“Entro la fine di febbraio dovremo aver definito qualcosa – conferma Pizzarotti -, stiamo lavorando in tutta Italia per la nascita di sedi e sezioni, con una crescita non proporzionale alle nostre forze perché ci sono tanti delusi che escono dalle formazioni politiche e ci contattano”. Intanto è stato formato un tavolo con i Verdi ed europei in vista delle elezioni europee perché “l’ecologia è uscita dalla terminologia della politica e ci torna solo per i problemi”.

L’ambiente, insieme all’economia, saranno appunto i “temi centrali” da testare alle regionali in Emilia, “un banco di prova importante – commenta il sindaco di Parma -, e abbiamo persone competenti ed esperti che si sono fatti avanti per lo studio del programma elettorale, che lanceremo con una trentina di punti (tra i quali ci sarà il federalismo fiscale, ndr) per i quali il ruolo dei componenti locali sarà fondamentale per la loro declinazione”.

A margine dell’evento il capo del movimento – “ma chiamatelo partito” – spiega che “Italia in Comune punta ai delusi del centrosinsistra e dei Cinque Stelle, più che della Lega. Ce ne sono pochi e non voterebbero per noi: sono gli stessi che hanno votato Renzi e che apprezzano l’uomo forte rispetto alla concretezza, gli slogan in cui c’è poco da capire, e che prima sostenevano la rottamazione e ora l’anti-immigrazione”.

Pizzarotti si dice contrario alla protesta dei sindaci sul decreto sicurezza, che comunque non condivide chiamandola una “nuova Bossi-Fini” perché “crea 120mila nuovi irregolari che dovranno comunque mangiare e rimarranno qua perché la legge non cita i rimpatri”.

E sulla querelle che coinvolge Sgarbi e il palazzo di Diamanti? “Mi ha chiamato la sera di Natale o Capodanno – racconta – proponendomi questa tematica che va approfondita, poi mi sono trovato in mezzo a 150 persone sul giornale, e mi piacerebbe capire quanto sapessero della vicenda. Ho visto la passerella posticcia, ho visto il rendering che non mi fa impazzire: se è un’opera contestata o ci sono dei dubbi si fa un bel referendum e si risponde direttamente o indirettamente a Sgarbi o chi per lui. È una proposta, ma se un’opera rischia di essere bloccata, basta chiederlo ai cittadini o cercare una soluzione nel mezzo cercando qualcosa di definivo che può essere però diverso dal progetto presentato”.

“Non siamo una lista in più”, dice invece il deputato Serse Soverini del gruppo misto che ha sposato il progetto, “vogliamo fare le cose in modo diverso, e all’interno abbiamo le culture più diverse. Siamo un terzo soggetto, chiamato a dire qualcosa di nuovo”.

Alla fine della consultazione con gli iscritti, Francesco Levato è stato eletto a presidente della sezione, mentre Alberto Bova ricoprirà la carica di coordinatore comunale. Giovanni Bertelli sarà il tesoriere della sezione, mentre gli altri componenti del consiglio direttivo locale saranno Ines Brina, Umberto Catarruzza, Cosimo Copertino, Danny Farinelli, Antonio Fortini, Giuseppe Lamberti, Giuseppe Magri, Paolo Orsatti, Luca Scanavini, Alessandro Veratelli, Raffaele Verrigni, Daniele Zabbari, Marco Bolognesi, Maurizio Simone, Fausto Bertoncelli e Roberta Saltari.

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