Politica
29 Dicembre 2018
Il deputato Pd attacca la maggioranza e continua a chiedere chiarezza sulla nuova disciplina per ottenere gli indennizzi da parte di azionisti e obbligazionisti Carife

Legge di bilancio. Marattin al Governo: “Inquinate i pozzi”

di Redazione | 5 min

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Luigi Marattin

Una critica che contesta non solo l’opportunità delle misure proposte, ma perfino la veridicità di quanto affermato dal Governo per quanto riguarda i loro effetti. È l’intervento alla Camera di Luigi Marattin (Pd), relatore di minoranza, durante la discussione sulla legge di bilancio.

Secondo il deputato ferrarese si è persa “la capacità di distinguere i fatti dalle opinioni”, ed è su questa distinzione che ha basato la totalità del suo intervento, ponendo in contrasto le misure in approvazione con l’effettiva corrispondenza agli obiettivi del governo.

“I dati di contabilità nazionale dimostrano che nella scorsa legislatura la pressione fiscale in questo Paese è scesa dal 43,6% al 42% del 2018 – rileva Marattin -. L’Ufficio parlamentare di bilancio ci dice che, per effetto di questa legge di bilancio, l’anno prossimo la pressione fiscale sale al 42,4%, interrompendo cammino di discesa degli ultimi 5 anni. Questo è un fatto, e la mia opinione è che l’economia non abbia bisogno di incrementi di pressione fiscale. E non fa bene promettere una massiccia riduzione e poi alzarla di 0,4 punti quando vi sedete in quei banchi”.

Altra punto contestato è quello degli investimenti: “L’Ufficio parlamentare di bilancio certifica che gli investimenti calcolati sull’indebitamento netto diminuiscono di 1 miliardo e 63 milioni. Ieri il ministro Tria ha detto che recupereremo utilizzando i fondi comunitari, ma come fate se il cofinanziamento nazionale diminuisce di 850 milioni?. Questa manovra diminuisce l’ammontare di risorse pubbliche per investimenti”.

Terzo punto contestato riguarda proprio i rapporti con l’Ue, soprattutto dopo mesi di braccio di ferro, risolti accettando di aderire agli obiettivi di finanza pubblica richiesti dalla Commissione: “Sono esattamente quelli che vi ha chiesto la Commissione fin dall’estate scorsa – afferma Marattin -: deficit strutturale non in peggioramento e un cammino triennale in miglioramento di 0,1 punti”. Una marcia indietro effettuata “con tre mesi di ritardo” che, in riferimento ai rialzi dello Spread, ha comportato “costo non necessario, dovuto al vostro balletto avanti e indietro”.

Marattin non risparmia la maggioranza neppure su pensioni e assunzioni: “Per tre mesi ci avete detto che quota cento sarebbe servita a garantire il turnover soprattutto nella Pubblica Amministrazione, ma come si fa a garantire questa sostituzione se bloccate le assunzioni per tutto il 2019? Da chi verranno sostituiti coloro che usufruiranno di quota cento?”.

Non può mancare il Reddito cittadinanza, la cui dotazione “è tagliata di 2 miliardi”, e passa a 7 miliardi e 100 milioni. “Al netto delle risorse stanziate per i Centri per l’impiego e delle risorse che già vanno ai poveri perché previste nel reddito di inclusione, parliamo di 3,7 miliardi di risorse aggiuntive da dare ai poveri. Come si fa – chiede Marattin – a garantire i 780 euro al mese a 5 milioni di poveri? È una cosa che l’algebra dice che non è possibile, non la politica”.

Poi il tema Onlus, la cui tassazione raddoppierà: “Non era facile peggiorare la manovra, lo avete fatto: è un errore raddoppiare le tasse alle Onlus ed è una scemenza dire che si colpiscono i profitti di una cosa che si chiama no profit, perché gli utili non vengono distribuiti ma reinvestiti nell’ente stesso”.

Operazioni che verranno tutte fatte utilizzando le clausole di salvaguardia, ovvero caricando di futuri governi di oneri per diversi miliardi, prassi abituale da tempo ormai per i governi italiani, ma che questa volta vede i numeri aumentare molto di grandezza. “È un fatto e non un’opinione che avete disinnescato 12,4 miliardi di clausole di salvaguardia che venivano dal precedente governo e che avevamo ereditato dai precedenti, ma è un fatto che ne avete messe 13,1 sul 2020 e 2021 che sono 3,9 miliardi nel 2020 in più di quelle che avevamo messo noi,  9,2 miliardi nel 2021 più di quelle che avete messo voi: caricate chi verrà dopo di voi di un onere di 23 miliardi nel 2020 e 28,8 nel 2021. State inquinato i pozzi, dimostrando che vi interessa di più la massimizzazione del consenso adesso piuttosto che il futuro di questa repubblica e di queste istituzioni che non vi appartengono ma appartengono ai cittadini italiani”.

L’ultimo tema è quello dei rimborsi ad azionisti e obbligazionisti delle banche fallite e qui Marattin ribadisce i suoi dubbi già espressi dopo l’approvazione del testo al Senato: “Nel maxi emendamento avete modificato la norma, ed è mia opinione che scritta così com’è non garantisca l’accesso al fondo alle 4 banche andate in risoluzione: chiedo che il Governo che chiarisca per iscritto il dubbio che abbiamo”. Sul punto Marattin, con una nota stampa, continua a criticare la nuova disciplina, a partire dall’istituzione di una commissione ministeriale di 9 persone per la valutazione delle domande di indennizzo (al posto di un arbitrato) e aggiunge, in riferimento all’inclusione di Carife e delle altre tre banche poste in risoluzione, che “finora il governo – per bocca del sottosegretario Villarosa – ha risposto in modo vago, e con affermazioni contraddittorie o non vere (come che la “risoluzione” includa la “liquidazione”). Oppure con rassicurazioni verbali. Noi invece chiediamo – sia attraverso un emendamento (tuttavia bocciato dalla maggioranza) sia attraverso un Ordine del Giorno (entrambi a mia firma) che sia espressamente specificato per iscritto com’è la situazione e qual è la risposta a questo dubbio, che nei giorni scorsi è stato sostenuto anche da autorevoli quotidiani economici nazionali (Il Sole 24 Ore). Perché è vero che il meccanismo messo in piedi dal governo è quasi una barzelletta per come è strutturato. Ma se escludesse gli azionisti di 4 delle 6 banche fallite in quegli anni, possiamo pure togliere il quasi”.

 

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