Comacchio
23 Dicembre 2018
L'assessore Donini chiarisce i dubbi del consigliere Galli: "Non sussistono ragioni tali da giustificare la modifica del Piano del Parco". Da Comacchio Mari: "E' la tesi che da sempre sostengo, si chiude qui la vicenda".

Ex Cercom. Forza Italia ottiene risposte, lo stop della Regione è nell’aria?

di Redazione | 2 min

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Andrea Galli

di Giuseppe Malatesta

Comacchio. Sul caso Ex Cercom che da settimane tiene banco nel comacchiese, nei giorni scorsi la Regione Emilia Romagna si è nuovamente espressa con una posizione che potrebbe rappresentare un punto di svolta nell’intricata vicenda. In risposta ad un’interrogazione del consigliere regionale Andrea Galli (FI), l’assessore Raffaele Donini ha richiamato infatti un contributo istruttorio che sembra tagliare le gambe al progetto di ristrutturazione e ampliamento della fabbrica ceramica.

Facendo un passo indietro, il 2 ottobre Galli, tra i quesiti, poneva quello dell’interpretazione ‘autentica’ della normativa in relazione alla proposta del Parco del Delta di apporre variante alle norme del proprio Piano per consentire la riattivazione della Ex Cercom proposta dalla Sacmi Imola.

Il servizio regionale ‘Aree Protette’ in merito nota che “un’attenta lettura dell’attuale Piano di Stazione Centro Storico di Comacchio porta a ritenere che le sue previsioni sull’area in questione (per la quale si propone la variante) siano state frutto di scelte strategiche, coerenti con l’impostazione del Piano”. Il riferimento è agli obiettivi di tutela e valorizzazione, alla ricucitura del frammentato ecosistema compreso tra centro storico e costa, nonché al sistema di acque interne.

Le scelte del Piano, dice in sostanza la Regione, “sono state chiare: per il primo ambito si privilegiano le trasformazioni in senso ambientale, accompagnate da verde urbano attrezzato, per il secondo si privilegia la fruizione e di valorizzazione dei canali navigabili”.

La Regione ricorda poi che “le due zonizzazioni di Piano sono state originariamente pensate per aree da riqualificare allo scopo di destinarle ad attività compatibili con le funzioni di tutela del Parco stesso, e non già per destinarle a nuovi insediamenti produttivi di carattere industriale: le motivazioni di fondo che hanno giustificato le attuali previsioni di Piano, per le aree oggetto della proposta di variante, appaiono tutt’ora pienamente valide e quindi non sussistono ragioni tali, coerenti con la strategia del Piano in questione, da giustificarne la modifica”.

Proprio quest’ultima affermazione pare determinante sia sull’ipotesi di variante, sia, di conseguenza, sull’esito del progetto d’insediamento industriale proposto nell’aprile scorso al Comune di Comacchio. È facile immaginare che questa posizione sarà coerentemente portata avanti dalla Regione in sede di Conferenza dei Servizi, ma inevitabilmente restiamo nel campo delle ipotesi.

Per il delegato comacchiese di Forza Italia, Emanuele Mari, si tratta di uno stop inequivocabile al progetto: “Quella illustrata è la tesi che da sempre sostengo: ritengo che con tale risposta della Regione si chiuda una vicenda che col tempo ha generato un clima pesante e non proficuo alla città”.

 

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