Due posizioni in meno rispetto alla classifica dello scorso anno ma sostanzialmente la provincia di Ferrara mantiene inalterata la sua qualità della vita, almeno secondo l’ormai tradizionale rilevazione de Il Sole 24 Ore (su dati del 2017).

Ferrara (intesa come provincia) quest’anno è 47^ (con 502 punti calcolati in base a vari indicatori di tipo sociale, economico e ambientale) su 107 province. Lo scorso anno era 45^ (su 110) e rimane ancora una volta il fanalino di coda dell’Emilia Romagna.

A tirare verso il basso sono, anche se un po’ meno, sono soprattutto i ‘soliti’ problemi demografici della terra estense: bassi indici di natalità, elevata anzianità e ed elevata mortalità. Ma anche in “ambiente e servizi” la provincia non è messa benissimo, nonostante il capoluogo sia abbastanza in alto tra le smart-city, rimane una spesa sociale pro capite non adeguata e un problema enorme con l’assetto idrogeologico (ultima classificata proprio nel rischio idrogeologico).

Permangono le note positive: quella del sistema culturale (librerie escluse, dove la provincia è nella parte bassa della classifica) e quella del buon funzionamento del sistema giustizia e sicurezza (anche se qui i reati come rapine, scippi e spaccio portano gli indicatori giù).

Ricchezza, consumi, affari e lavoro rimangono nella terra di mezzo rispetto alle altre province, dove è ferma in generale Ferrara.

A livello regionale la provincia con la miglior qualità della vita rimane Bologna (7^ posizione), seguita da Ravenna (11^), Modena (15^), Reggio Emilia (18^), Rimini (20^), Forlì-Cesena (25^), Parma (29^) e Piacenza (40^).

La classifica nazionale è dominata quest’anno da Milano che precede Bolzano e Aosta sul podio. In coda alla classifica la peggior performance è di Vibo Valentia, preceduta da Foggia e Taranto.