Forse Fiorenzo Baratelli, direttore dell’Istituto Gramsci, è preparato in storia ma non in geografia. Esiste infatti una località dell’agro bonificato codigorese-mesolano, inaugurata nel 1936 e conosciuta popolarmente come “al cuch” (il cuculo), dedicata a Italo Balbo: si tratta di Italba, frazione del comune di Codigoro e, in parte, del Comune di Mesola.
La decisione di assegnare il nome definitivo di Italba, acrostico di Italo Balbo, ferrarese, venne infatti deliberata per onorarne la memoria a seguito della sua morte sui cieli di Tobruk, avvenuta il 28 giugno 1940.
Non mi risulta che alcuno (nemmeno Baratelli) si sia mai stracciato le vesti o abbia chiesto di cambiare il nome della frazione, nonostante la provincia di Ferrara sia stata e sia governata dalla sinistra.
E non mi consta che i “compagni” che hanno guidato le giunte di Mesola e Codigoro abbiano mai mosso un dito per cambiare nome alla frazione, che non pare certo sgradito ai residenti.
Perché dunque tanta irritazione nei confronti della proposta di Sgarbi quando il nome di Balbo è pubblicamente ricordato nella toponomastica ufficiale di una frazione della nostra provincia?
Raccogliendo l’idea di Sgarbi proporrei, semplicemente, di tornare all’antico. Non più “Quartesana” ma “Quartesana Balbo”. Segnalo peraltro che qualcuno ha preceduto Sgarbi. Vi sono già alcuni siti internet, infatti, che parlano di “Quartesana Balbo”:
Ricordo inoltre che, oltre a Bari, i seguenti comuni hanno intitolato, in anni recenti, una via a Italo Balbo:
Castelnuovo del Garda (Verona)
Cellole (Caserta)
Civitanova Marche (Macerata)
Gazzo (Padova)
Gerace (Reggio Calabria)
Itri (Latina)
Locorotondo (Bari)
Minturno (Latina)
Montepaone (Cosenza)
Monteroduni (Iernia)
Monsummano Terme (Pistoia)
Padula (Salerno)
Pozzuoli (Napoli)
Provvidenti (Campobasso)
Sant’Elia a Pianisi (Ccampobasso)
Sandrà (Verona)
Scauri (Latina)
Seren del Grappa (Belluno)
Terlizzi (Bari)
Giulia Salvina Bassi