Argenta. Sulla stessa lunghezza d’onda dell’esercizio precedente, anche se in leggera flessione, i numeri del bilancio preconsuntivo 2018, chiuso a novembre, della cooperativa agricola e braccianti “Giulio Bellini”, presentato all’assemblea dei soci presso la sala riunione della tenuta “Garusola”.
Azienda leader nel settore agroalimentare, tra i primi in Europa per le produzioni e trasformazioni biologiche, e con in corso di realizzazione un importante investimento da 2 milioni di euro per un nuovo impianto industriale dedicato ai cibi gluten-free e vegani, la “Bellini”, che ha scontato comunque una stagione climatica non delle migliori e un calo dei consumi, si è presentata con il biglietto da visita rappresentato da un utile lordo consolidato di 2.944.000 euro.
A fare da traino il comparto delle coltivazioni, che può contare su 4.500 ettari di terreni in proprietà e conduzione (+105 le nuove acquisizioni, ma con obiettivo il traguardo dei 5.000). Ma si registra un segno meno in particolare per il grano, orticole, frutta, pomodoro, serre e vivai. Tiene invece il comparto delle vigne e delle cantine, che hanno avviato l’etichettatura di bottiglie di vino biologico. Biologico in prima fila anche se mercato e fatturato si sono un po’ assottigliati, per l’industria molitoria che sforna pasta e farine anche di Kamut. Il volume d’affari che si aggira sui 20.000.000 di euro soddisfa comunque 400 clienti italiani e 30 stranieri, non solo europei.
“L’impegno nel campo del bio – spiega il presidente Giuseppe Ciani – non significa tornare al passato, ma guardare avanti, al futuro”. Ciani pone poi l’accento sulle certificazioni Brc e Ifs, che danno garanzie in tema di qualità, sicurezza alimentare, marchi, ambiente, tracciabilità. Cala l’indebitamento di 2 milioni di euro; il prestito sociale sale a 2.225.000 euro. Sui libretti di deposito fruttano interessi sino al 3,40%. A libro paga sono iscritti 240 soci-lavoratori. “I risultati sono positivi – commenta Sante Baldini, presidente onorario – ma guai ad abbassare la guardia”. Nel suo mirino sono poi finiti soprattutto il lavoro nero e irregolare, il fenomeno dei latifondi. Ma affida ai giovani il testimone del ricambio generazionale e dei valori cooperativi che sono in sostanza “occupazione e mutualità”. L’argomento di una eventuale fusione con l’altro colosso cooperativo agricolo del territorio, “Sorgeva”, è stato ipotizzato da Giovanni Lupi di Agricoop. Questo nell’ambito di un suo intervento incentrato sulle “aggregazioni”, operazioni queste che darebbero benefici economici e finanziari.
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