Lettere al Direttore
8 Dicembre 2018

“L’uguaglianza non sembra essere una priorità per chi ci governa”

di Redazione | 3 min

Che i diritti vadano continuamente rivendicati e difesi e che l’uguaglianza non sembra essere una priorità per chi ci governa non è una novità.

Sono decenni che il lavoro e i suoi diritti sono sotto attacco, in nome del primato del mercato e delle sue leggi. Non è da oggi che l’immigrazione è il campo delle discriminazioni “per legge”: la Bossi Fini, che rende impossibili gli ingressi legali e introduce il vergognoso reato di clandestinità, è passata indenne a vari governi.

Ma che la “guerra a diritti e uguaglianza” da parte di chi dovrebbe garantirli e perseguirli si stia esasperando è di una preoccupante evidenza.

Il Decreto sicurezza mette in discussione il diritto d’asilo riconosciuto dalla Costituzione, rendendo “fantasmi” e insicuri uomini e donne presenti nei nostri territori; prevede pericolosamente la revoca della protezione internazionale per reati anche minori; produce una miriade di altre pericolose disuguaglianze, dalle ipotesi di revoca della cittadinanza alla preclusione dell’iscrizione al servizio sanitario e all’anagrafe per alcuni permessi di soggiorno. Sull’accoglienza smantella il sistema diffuso gestito dagli enti locali, soggetto a regole più stringenti per rendicontazione e servizi, favorendo i grandi centri e scaricando sui territori costi, disagio e tensione sociale. Toglie al richiedente asilo la possibilità di frequentare corsi professionali. Avrà l’effetto di togliere lavoro a tanti giovani e meno giovani e alimenterà sempre più il lavoro nero e sfruttato impoverendo la condizione dei tantissimi a vantaggio di pochissimi.

Una legge che produce caos, illegalità e sofferenza e contrasta anziché favorire i processi di integrazione. Se l’integrazione è una priorità cosa si pensa di ottenere tagliando le risorse? No, evidentemente non è l’integrazione e la convivenza civile l’obiettivo del Governo.

Ma anche le annunciate misure della legge di bilancio sono all’insegna della disuguaglianza. Si escludono i cittadini (sì, cittadini) extra UE dai bonus per famiglie numerose, e si annuncia di voler fare lo stesso per il reddito di cittadinanza: quante volte ancora dovrà pronunciarsi la Corte Costituzionale prima che nel nostro paese si perda il vizio di mettere in discussione i diritti fondamentali? A chi conviene il proliferare di cause dall’esito scontato? A chi conviene relegare alla povertà e all’emarginazione una parte della nostra comunità?

Anche gli strumenti adottati apparentemente per tutelare la maternità vanno in una direzione contraria: in un paese in cui le lavoratrici ancora perdono il lavoro per la scelta di maternità come si può pensare che il venir meno dell’obbligo di astensione prima del parto possa tradursi in una maggiore libertà per le donne? Perché non si combattono precarietà e disuguaglianze sul lavoro per tutelare le madri lavoratrici ed aspiranti tali? Discontinuità lavorativa e penalizzazione nelle carriere dovuta alla mancata distribuzione del lavoro di cura rappresentano la causa di tanta povertà femminile e disuguaglianza di reddito fra generi. Ma già il disegno di legge Pillon e la tante esternazioni sulla legge 194 ci hanno detto quanto anche sul campo dei diritti e delle libertà delle donne si sia di fronte ad una pesante regressione.

Libertà è libertà dalla paura e libertà dal bisogno: l’unica lotta da fare è quella contro disuguaglianze e povertà. A chi ci chiede obbedienza rispondiamo rivendicando diritti, per tutte e tutti.

Segreteria Ccgil Ferrara

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