Economia e Lavoro
30 Novembre 2018
Il segretario Lodi: “Nessun aspetto positivo dal piano industriale”. Boldrini (Pd) interroga il ministro Di Maio

Vm Motori. La Fiom non crede alle promesse di Fca

di Daniele Oppo | 4 min

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Le promesse di Fca non convincono affatto la Fiom-Cgil di Ferrara che, al netto del positivo annuncio di investimenti per 5 miliardi di euro negli stabilimenti italiani, ha più punti interrogativi che certezze dopo la presentazione del piano industriale triennale del gruppo, in particolare per quanto riguarda la Vm Motori di Cento.

E dato che Vm significa motori diesel, è il futuro del diesel a segnare quello dello stabilimento centese. Allora ecco che la marcia indietro sullo stop alla produzione diesel – previsto inizialmente a partire dal 2021, oggi rimandato – anziché far trarre un sospiro di sollievo al sindacato, fa diventare ancora più scettica la Fiom, nient’affatto convinta che nel piano industriale ci sia del buono per la Vm di Cento, anzi: “Degli aspetti positivi del nuovo piano presentato il 29 novembre, nessuno riguarda lo stabilimento Vm – afferma Samuele Lodi, segretario provinciale della Vm -: il dato è chiaro ed evidente. È necessario che tutti abbiano consapevolezza di questo. La prospettiva produttiva ed occupazionale di Vm la si costruisce insieme partendo da un elemento di onestà intellettuale: lo stabilimento è in crisi e il futuro sarà legato esclusivamente alle dinamiche di mercato se Fca non opererà iniziative di ricerca ed investimenti importanti volti alla riconversione”.

Questa è la conclusione del ragionamento, gli elementi che hanno portato ad essa sono molteplici. “Si registra che la comunicazione di volere andare oltre il 2022 nella produzione di questa motorizzazione non è stata avvalorata da nessun elemento oggettivo – osserva Lodi -. Scelte in sede europea e dei singoli governi, scelte delle grandi case automobilistiche… tutto conferma la direzione verso un rapido abbandono della trazione a gasolio. Non è dato quindi sapere il fondamento di un’affermazione che ha avuto più il sapore di un’azione tesa a tranquillizzare opinione pubblica e, sopratutto, lavoratori”.

E rimane così in piedi il problema dei problemi: quel è la prospettiva per la Vm? “Se si sposta il termine delle produzioni diesel dal 2022 al 2024, 2025 sarà risolutivo del problema? – si chiede Lodi -. Relativamente a Vm tutto rimane nell’angusto perimetro della produzione del diesel (diesel ibrido non viene minimamente preso in considerazione) in un mercato, quello americano, che relega questo tipo di motore ad una nicchia e sul quale grava la minaccia trumpiana dei dazi”.

E se la Fca ha di nuovo promesso la piena occupazione – “era già stata annunciata per il 2014 e per il 2018” – l’andamento attuale delle cose sembra portare verso altre direzioni: “In considerazione del fatto che da febbraio 2016 (inizio della cassa integrazione nell’era Fca) a giugno 2019 (termine dell’attuale periodo di contratto di solidarietà) saranno stati 33 su 40 i mesi interessati da ammortizzatori sociali – osserva Lodi – la prospettiva della piana occupazione risulta, quanto meno, azzardata. La reiterata strategia di voler tranquillizzare sostenendo che tutto va bene è, nei fatti, sbagliata. È stato spiegato che c’era la cassa per il diesel-gate Volkswagen, poi che era colpa del diesel-gate Fca, poi del nuovo modello Ram, per ora, motorizzato solo a benzina. Sempre alla ricerca di un motivo ‘altro’ pur di non voler affrontare la realtà”.

Sul futuro della Vm la senatrice Paola Boldrini ha presentato  un’interrogazione al ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, sottoscritta anche da 23 colleghi di area, in cui chiede la convocazione di un tavolo nazionale tra i vertici di Fca, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti di tutte le Regioni in cui hanno sede stabilimenti del Gruppo “per stabilire una strategia nazionale per l’automotive, così da salvaguardare e rilanciare i siti produttivi”. Nel testo, si fa presente che a Fca fanno riferimento anche Maserati e Magneti Marelli, anch’essi in Emilia Romagna, dove “l’automotive è da sempre un settore strategico per l’elevato grado di competenze professionali esistenti e lo sarà sempre più nei prossimi anni, a fronte dei rilevanti cambiamenti tecnologici e di innovazione che interesseranno progettazione e produzione. Il futuro della mobilità – si legge testualmente – è infatti legato allo sviluppo di motori sempre più ecocompatibili ed alla guida assistita”. Per questo, seppure rincuorata dalle momentanee intenzioni di Fca per la Vm di Cento, guardando in prospettiva, “nell’ottica della programmazione e per evitare situazioni di emergenza che destabilizzano giustamente lavoratori, famiglie e territorio”, puntualizza, Boldrini – ricordando anche la sollecitazione già inviata dalla Regione al Ministero competente – chiede sia convocato con urgenza l’incontro. La chiosa. “Non è possibile attraversare periodiche emergenze”.

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