Che oggi il calcio sia diverso rispetto a quello di ieri è cosa nota. E non si può pensare di riproporre la “marcatura a uomo” come ai tempi di Burgnich o di Moretti, lo stopper spallino che mordeva alle calcagna i centravanti avversari.
Ciò non toglie che si verifichino situazioni francamente inaccettabili, visti i risultati prodotti non tanto da distrazioni occasionali, ma dalla mancanza di una visione del gioco che preveda una strategia e una tattica difensiva degne di questo nome.
“Oggi al difensore viene inculcata l’idea che deve impostare il gioco. Ma il difensore deve innanzitutto saper difendere” ha dichiarato Fabio Cannavaro, campione del mondo nel 2006. Come dargli torto? E mister Semplici è d’accordo?
Chiunque ha giocato a football, anche all’oratorio, sa bene che se lasci l’attaccante avversario completamente libero di coordinarsi e di colpire il pallone…la frittata è servita.
Possibile che, almeno in fase di allenamento, non si possano provare gli schemi idonei per evitare di subire reti assurde come quelle che la Spal ha incassato nelle ultime partite?
E quando sei in vantaggio e devi portare a casa il risultato, che senso ha dilettarsi nel “tiki-taka” o fare i “milordini” in campo? Se per salvarsi occorre compiere un fallo tattico, fare “melina” o buttare la palla in tribuna, non è il caso di fare gli schizzinosi.
Una volta Nereo Rocco, quando allenava il Milan, disse all’arcigno difensore Angelo Anquilletti, che doveva prendere in consegna un pericoloso attaccante: “Ciò, fagli fare tutto quello che vuole. Basta che non faccia gol”.
Anche se il calcio di oggi non è più quello di “paron” Rocco, penso che ogni tanto sia il caso di ricordarsi dei suoi “semplici” insegnamenti, perchè retrocedere imitando il “tiki-taka” del Barcellona (mutatis mutandis…) non sarebbe una grande soddisfazione.
La salvezza non si consegue con finezze da educande, ma anche impedendo agli avversari di trovarsi a loro agio dinanzi alla nostra porta, infilandoci poi come tordi. Rammentiamoci di ciò che dicevano i Romani : “salus rei publicae, suprema lex”!
Mario Gallotta