Attualità
26 Novembre 2018
Lo psichiatra ospite del convegno dell'Ordine dei Notai sul testamento biologico: "Mi dispiace per il ministro Fontana, ma è il minimo sindacale"

Lo psichiatra Crepet: “Diritti civili? Stiamo tornando un popolo a tendenza autoritaria”

di Ruggero Veronese | 4 min

Leggi anche

Il Giro delle Mura di Ferrara taglia il traguardo delle 50 edizioni

Presentato nella sala degli Arazzi della residenza municipale di Ferrara la 50a edizione del Giro delle Mura. Il Giro podistico delle Mura di Ferrara taglia un importante traguardo: 50 edizioni per un evento che ha visto la partecipazione di tantissimi campioni del mezzofondo locale e nazionale

Durante una chiacchierata con Paolo Crepet si riesce a passare davvero attraverso un’infinità di argomenti: dalla bioetica alla psichiatria, dalla religione all’attualità, di argomenti come la vita famigliare, la cura di sé o il rapporto tra stato e privati cittadini. Ogni spunto o digressione ruota però sempre attorno a un cardine comune: il libero arbitrio e la responsabilità individuale.

E il diritto di scegliere sarà anche il fulcro del discorso che il noto psichiatria e scrittore torinese affronterà a Ferrara, ospite di punta del convegno “Dat: disposizioni anticipate di trattamento. Il diritto di scegliere, il dovere di informare”, organizzato dall’Ordine dei Notai venerdì prossimo. Il tema chiave dell’incontro è la legge sul testamento biologico, in vigore in Italia dall’inizio di quest’anno e che consente a ognuno di lasciare le proprie disposizione sui trattamenti sanitari da ricevere in condizioni critiche o nell’impossibilità di scegliere.

Dottor Crepet, come mai ha deciso di partecipare al convegno e qual’è la sua posizione in materia di testamento biologico?

In materia di diritti civili, il testamento biologico è il minimo sindacale. È fondamentale in uno Stato che rispetta il libero arbitrio, che non può più essere messo in discussione dopo la Rivoluzione Francese, a meno che non vogliamo tornare ai Borboni o al Medioevo. Non è lo Stato a dover decidere il destino di una persona e non posso pensare che qualche senatore faccia una legge su come dobbiamo vivere o morire, soprattutto se pensiamo ai parlamentari che vediamo oggi. Quindi rispetto pienamente la volontà di chi vuole decidere quando è il momento di andarsene e come disporre le proprie volontà verso chi resta.

Dopo una fase di grande spinta di molte battaglie per i diritti laici – oltre al testamento biologico penso anche a divorzio o matrimoni omosessuali – oggi parte della società sembra tornare su posizioni più tradizionaliste. Crede sia un fenomeno reale o è anche un effetto dei dibattiti generati dai social network?

La situazione è tutt’altro che entusiasmante e non stiamo vivendo in un periodo molto liberale: vengono messi in discussione l’aborto, lo ius soli, tutto ciò che secondo me è ragionevole viene messo in discussione. Siamo al neo-gotico sotto tanti punti di vista, quindi a maggior ragione occorre far sentire la propria voce. Se la lasciamo vinta ad analfabeti e preti, poi non possiamo lamentarci se i diritti in questo paese arretrano, dopo le grandi riforme dagli anni ‘70.

Quale crede sia il motivo?

Il motivo è semplice e inquietante. Siamo tornati a essere quello che eravamo: un popolo con una forte tendenza autoritaria.

Nei giorni scorsi la stampa ha riportato il caso di un medico di Napoli obiettore di coscienza licenziato perché si era rifiutato di fare un aborto terapeutico. Cosa pensa della vicenda?

Il problema in queste situazioni non riguarda tanto la coscienza del singolo medico, ma la struttura sanitaria, che deve garantire a una donna un servizio previsto dalla legge. Quindi il problema riguarda il presidente di quell’Asl, oltre a tutta la catena di controllo dello Stato, visto che esiste un Servizio Sanitario Nazionale e delle regioni che hanno competenza in materia di sanità. Quando una donna si presenta in una struttura sanitaria i turni devono essere organizzati in modo da garantire i servizi previsti, a prescindere dalle convinzioni dei singoli o da quello che dicono. Perché chi lavora in sanità sa benissimo che moltissimi obiettori poi vanno a fare gli aborti nelle cliniche private.

Tornando al testamento biologico, ci sono casi in cui secondo lei si devono porre dei paletti alla libertà individuali?

Esiste tutto un campionario di comportamenti aberranti delle case farmaceutiche, che utilizzano il fine vita delle persone per fare una sperimentazione selvaggia, quindi bisogna stare molto attenti soprattutto per quanto riguarda quelle persone culturalmente non preparate sui temi sanitari, che non possono decidere autonomamente su terapie, farmaci o questioni di questo genere. Questo è il compito etico dei medici, mentre dall’altra parte ci sono i notai che cercano di tutelare le volontà delle persone, che secondo me deve sempre essere rispettata. Ho visto casi di persone di una certa età che hanno convissuto tutti gli ultimi anni di vita con chi si è preso cura di loro, per poi includerle nell’eredità. Ecco: a me non piace per nulla quel cugino che si presenta solo dopo 10 anni dal notaio a rivendicare una parte di eredità. Le famiglie possono essere dei covi di vipere, non sono un buonista familiare. Se una persona decide di lasciare tutto al gatto, io sto dalla parte del gatto. Per non parlare di quando si parla di omosessualità, con famiglie lontane per anni che cercano rivalsa su quelli che sono stati i veri compagni di vita, estromettendoli dalle eredità o impedendogli di andare a trovare il compagno malato. Capisco che purtroppo il ministro Fontana la vede diversamente, ma lo trovo incivile. È espressione di un cattolicesimo incapace di provare pietà, lo stesso cattolicesimo che uccideva gli Inca.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com