Attualità
21 Novembre 2018
La casa di cura in questi anni ha investito oltre 3 milioni di euro sulla clinica

Dibattito sulla Sanità a Ferrara, Salus vuol farsi sentire

di Redazione | 4 min

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In città si discute di sanità, di liste d’attesa, mobilità passiva, sanità pubblica e privata, sicurezza e attenzione ai luoghi di lavoro. Il sindaco Tagliani ha giustamente posto l’attenzione sui 38 milioni spesi per curarsi dai ferraresi fuori Regione, presso le cliniche private, prevalentemente del Veneto.

Il tema corrisponde a tre presupposti di grande interesse per la comunità: eliminare un disagio per chi è costretto a spostarsi in luoghi lontani da casa per curarsi, specie per gli anziani; poter controllare l’appropriatezza delle prestazioni eseguite, non controllabili se eseguite presso strutture private fuori Regione; usare queste risorse per aumentare l’occupazione e la qualità dei servizi sanitari della provincia.

Nel dibattito entra anche un diretto interessato, la casa di cura Salus, che si auspica che alle parole di Tagliani faccia seguito “un impegno di tutti i soggetti tecnici e politici interessati, del nostro territorio. Auspichiamo inoltre un contributo attivo della nostra Regione da sempre impegnata ad affrontare questi temi, compreso quello della mobilità passiva, cercando soluzioni condivise e originali su un tema non facile, anche per un atteggiamento non collaborativo della Regione Veneto”.

Secondo la Salus questa discussione “deve essere affrontata a 360 gradi, individuando un terreno comune fra le strutture pubbliche e private-accreditate, presenti sul nostro territorio. Gli ospedali privati, di cui Salus fa parte, hanno affrontato in questi anni, con l’accreditamento, un percorso straordinario di miglioramento già oggi visibile, e che registrerà un ulteriore consistente sviluppo nei prossimi mesi. L’accreditamento al Servizio sanitario nazionale delle strutture private ha rappresentato una svolta in sanità e può contribuire a superare vecchi pregiudizi ideologici, ancora diffusi sul tema pubblico-privato”.

Le strutture private, e quindi anche Salus, essendo una clinica polispecialistica, “assieme all’Ospedale Sant’Anna, possono rappresentare un punto di forza potentissimo per l’ulteriore qualificazione del nostro servizio sanitario”.

La casa di cura fa presente che in questi anni ha investito oltre 3 milioni di euro sulla clinica (principalmente in impianti, macchinari ed attrezzature delle tre sale operatorie di cui dispone) “e altri cospicui interventi sono già avviati sulla Rsa Santa Chiara, per completare un percorso di presa in carico dei pazienti sociosanitari cronici. Il percorso intrapreso è stato oggetto di una profonda discussione e condivisione con le due aziende sanitarie pubbliche, e nel 2018 ha già prodotto risultati rilevanti per le nuove prestazioni specialistiche e chirurgiche rivolte ai ferraresi”.

Vengono quindi i numeri: nei primi 10 mesi dell’anno sono state effettuate in Salus oltre 17.000 visite nelle diverse specializzazioni e circa 7.000 prestazioni diagnostiche. In ortopedia 5.300 visite e 350 interventi chirurgici, (dall’ambulatoriale “tunnel carpale”; alla complessa “protesica” d’anca, ginocchio e spalla) che hanno consentito una forte riduzione delle liste d’attesa. “Questo ha creato anche i presupposti per un forte recupero della mobilità passiva dei Ferraresi costretti ad andare a cercare prestazioni qualificate in altre provincie o regioni. Si tratta di un’importantissima novità e opportunità che occorre fare conoscere ai nostri cittadini”.

Alla preoccupazione della Cgil Funzione Pubblica, espressa alcuni giorni fa, la direzione della casa di cura ribadisce che “le strutture accreditate come Salus, sono soggette ad accurati e frequenti controlli sulle dotazioni e sulle procedure utilizzate nell’esercizio della propria attività. Inoltre è nostra intenzione, come in verità è già stato esplicito in questi anni, affrontare seriamente ogni questione inerente al miglioramento delle condizioni di lavoro per i nostri dipendenti, cosi come deve esserlo in un percorso di crescita e di sviluppo sostenibile”.

Mentre per quanto riguarda il rinnovo del contratto di lavoro, “anche noi sollecitiamo le organizzazioni nazionali a fare uno sforzo per la conclusione delle trattative sindacali, e al governo e alle regioni, chiediamo, di creare le condizioni economiche necessarie per quest’accordo, così com’è già avvenuto per il contratto dei dipendenti pubblici. Infine auspichiamo che questa discussione trovi uno sbocco costruttivo in un incontro condiviso fra I soggetti istituzionali (Regione, Conferenza Territoriale Sanitaria), le aziende sanitarie territoriale e ospedaliera, Aiop e le organizzazioni imprenditoriali e sindacali del nostro territorio, per tentare di trovare soluzioni anche sperimentali e utili a cercare soluzioni a temi difficili, ma su cui vale la pena lavorare”.

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