Sono ancora i testimoni dell’accusa a dare la loro versione dei fatti davanti al giudice nel processo che vede un’educatrice di 38 anni, difesa dall’avvocato Denis Lovison, accusata di aver maltrattato alcuni bambini in un nido d’infanzia nel periodo tra 2016 e 2017.
In particolare un padre, parte civile nel processo, ha detto di aver notato dei lividi (ed è l’unico caso tra le accuse) in alcune parti del corpo di sua figlia già da novembre del 2016 e, soprattutto, dei comportamenti aggressivi, oltre che disperati pianti notturni che turbarono molto sia lui che la moglie. Delegò la moglie per chiedere spiegazioni con la direttrice del nido (nonché di presentare materialmente la denuncia), che, secondo il racconto, disse che la bambina o veniva spinta dai compagnetti o cadeva dal fasciatoio. A gennaio la coppia ritirò la bambina dal nido, più o meno nel periodo in cui la maestra veniva sospesa e pochi giorni dopo fecero denuncia.
Da quanto raccontato dal testimone, la maestra imputata, nonostante forse ci fossero già dei sospetti, venne anche assunta come baby sitter nel periodo delle vacanze natalizie, e in questo frangente l’uomo ebbe uno scambio verabale con lei, dicendole che lei era “madre due volte” perché a lei affidavano la loro figlia, raccontando che con delle scuse ritorno in casa tre volte lo stesso giorno, insospettivo per aver udito la bambina dire ‘baba totò’ – frase che poi è stata ricollegata all’imputata dagli stessi genitori – tanto che “eravamo in procinto di installare delle telecamere”.
I due filmarono anche dei lividi che la bambina presentava sul corpo, ma solo nel febbraio successivo, cioè dopo che la bambina era già stata ritirata da scuola, la maestra sospesa e la denuncia già presentata. Il video, peraltro, non è stato mai consegnato alle forze dell’ordine, ma è stato depositato solo durante l’udienza dall’avvocato che rappresenta le parti civili.
“Ora – ha raccontato l’uomo – mia figlia ha grande ritrosia nei confronti degli adulti, a parte la mamma. Anche se la cerco io fugge, devo aspettare che mi cerchi lei”.
Durante l’udienza è stato sentito anche il medico legale che ha visitato i bambini e riscontrato in loro dei disturbi, ma è emerso che la sua relazione è stata fatta solo nel settembre di quest’anno (a brevissima distanza dall’inizio del processo) ed è basata più che altro sulle visite già eseguite sui piccoli da parte degli psicologi a cui si sono rivolti le famiglie.
Una psicologa – quella che ha avuto più incontri con i bambini – verrà sentita nella prossima udienza, fissata per il 4 dicembre.
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