Comacchio. “Se le infrastrutture sono la spina dorsale del turismo fluviale e in acque interne, Comacchio non ha l’ossatura per stare in piedi”. Ne è convinto il Movimento 5 Stelle locale, in una nota congiunta firmata dall’attivista comacchiese Vittorio Vaglia e dai consiglieri comunali Claudio Fochi (Ferrara) e Claudio Dolcetti (Codigoro).
“Nonostante gli stanziamenti da fondi europei e regionali, per ora nei pressi del porto canale che separa il Lido degli Estensi da Porto Garibaldi, l’Idrovia si manifesta come un fallimento. Basta una passeggiata nei pressi del plesso scolastico Remo Brindisi, dove insiste una darsena nuova di zecca (vuota, muta, abbandonata, mai usata, con attracchi pronti e profondità 4 metri) per rendersene conto” raccontano i pentastellati.
Per gli stessi, il “vulnus più doloroso, e per certi versi grottesco” si percepisce lì dove il porto canale incontra il mare. “Dopo essere stato raddoppiato in larghezza, con i soldi di contribuenti, la sua immissione in mare è stata ristretta da una posticcia barriera diagonale che di fatti lo dimezza, impedendo l’accesso ad imbarcazioni al di sopra di un certo tonnellaggio e pescaggio. Eppure nei voli chimerici dei progettisti dell’Idrovia, sarebbero dovute entrare e uscire grandi imbarcazioni piene di turisti”.
Prima, quindi “la spesa milionaria per dotare il porto canale di splendide, costose e sovradimensionate banchine adatte a navi da crociera, poi la chiusura con una protezione che lascia filtrare a malapena piccoli pescherecci: geologi e ingegneri idraulici, ignorando il parere dei pescatori locali – aggiungono i grillini – non hanno previsto i prevedibilissimi problemi causati dalle correnti marine in quel punto”
Le cose non vanno meglio nelle due darsene gemelle del Lido degli Estensi: “la meridionale prospera piena di barche mentre quella settentrionale è tristemente vuota, con sparuti natanti abusivi, in attesa di bandi di assegnazione annunciati ma mai partiti. Se mai si avesse voglia di risalire la via fluviale verso Ferrara, proprio partendo da lì, si troverebbe inoltre l’accesso a Valle Lepri chiuso” notano Fochi, Dolcetti e Vaglia.
La loro attenzione va anche al ponte metallico di san Pietro, che a Comacchio collega il centro storico con le valli, e che, “a causa di problemi di gestione software, non si apre e impedisce alle imbarcazioni di passare”
“Il progetto dell’idrovia – concludono – resta nel suo complesso un grosso punto interrogativo con fortissime criticità nel comacchiese, ma anche nel ferrarese (basti pensare alla biconca chiusa di Pontelagoscuro). Perché tanti soldi spesi in progettazione e opere strutturali che per ora restituiscono navigabilità vicina allo zero? Saranno le prossime amministrazioni regionali e locali, ahimé, a tentare di sciogliere questo enigma, ma la responsabilità di tutto ciò non può che essere attribuita alle forze politiche che gestiscono il progetto a livello nazionale, regionale e locale”.
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