Attualità
9 Novembre 2018
In via di definizione la procedura relativa all'accusa di aver manipolato alcune ricerche accademiche mossa al rettore da un giornalista scientifico

Unife. Attesa a breve la decisione della Commissione etica sul ‘caso Zauli’

di Daniele Oppo | 3 min

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Giorgio Zauli, rettore dell’Università di Ferrara

È ancora in corso ma sembra essere vicina alla conclusione la procedura interna all’Università di Ferrara per valutare la conformità o meno al codice etico del comportamento del rettore Giorgio Zauli, accusato da un giornalista scientifico di aver manipolato alcune ricerche accademiche.

“Il procedimento pendente davanti alla Commissione etica riguardante il professor Zauli è in via di definizione”, afferma il professor Andrea Pugiotto, ordinario di Diritto costituzionale e presidente della commissione stessa, contattato da Estense.com.

A sollevare il caso, chiedendo l’intervento della Commissione, fu il giornalista scientifico Leonid Schneider, ex ricercatore che per 13 anni ha lavorato nel campo biomedico (per cinque anni è stato anche in Italia, all’Ifom), molto attento alla cosiddetta “integrità dei dati” utilizzati nelle ricerche.

La questione, riassumendola all’osso, riguarda il fatto che Zauli avrebbe riproposto in diversi articoli scientifici non correlati tra loro (alcuni dei quali realizzati con Paola Secchiero, collaboratrice di Zauli già all’Istituto di ricerca Burlo-Garofalo e dal 2015 direttrice del Dipartimento di Morfologia, chirurgia e medicina sperimentale di Unife), grafici e immagini identici nonostante siano riferiti a cellule e campioni di tessuto diversi.

La richiesta di esaminare il caso presentata dal giornalista scientifico – basata sulle numerose segnalazioni provenienti dal forum specializzato PubPeer – venne rigettata nella seduta del 1° giugno da parte dell’organo dell’Ateneo estense, perché privo della legittimazione per presentare istanze. Ma la procedura venne aperta comunque sulla scorta della documentazione ‘difensiva’ presentata dal rettore Zauli, che chiese formalmente di esaminarla “per confutare quanto affermato” da Schneider.

Zauli, d’altronde, ha sempre affermato che “si tratta di ‘accuse’ del tutto infondate dal punto di vista scientifico”, e aveva già inviato al giornalista una diffida con la richiesta di cancellare il contenuto dell’articolo (in realtà un post sul blog For Better Science, ndr), annunciando azioni giudiziarie in sede sia civile che penale. Nel documento, il rettore accusava Schneider di aver pubblicato “informazioni false e non provate sulla supposta inesattezza di alcune pubblicazioni scientifiche del sottoscritto”.

La Commissione venne riconvocata per il successivo 21 giugno ma da quella data non compaiono più comunicazioni sulla pagina web, come invece avvenne dopo la riunione precedente. Il motivo principale viene spiegato ancora dal presidente Pugiotto: “La Commissione etica è in attesa di essere ripristinata nel suo plenum, essendo in estate decaduto il rappresentante della fascia dei ricercatori. Il Senato accademico di novembre provvederà alla designazione del membro mancante”.

In attesa, dunque, di conoscere la decisione che verrà assunta, si sa già però che uno dei membri non vi prenderà parte. Si tratta del professore associato Gian Matteo Rigolin che, come fece notare la giornalista scientifica Sylvie Coyaud sul blog Ocasapiens, è coautore di uno degli articoli di Zauli segnalati su PubPeer. “Il professor Rigolin – specifica il presidente Pugiotto -, nella procedura in corso, non partecipa alle deliberazioni avendo ritenuto opportuno astenersi da esse, a ulteriore garanzia della imparzialità della stessa e per evitare polemiche (peraltro infondate) di sorta”.

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