Attualità
5 Novembre 2018
Il vicesindaco: "Fra il 1876 e il 1975 26 milioni di italiani emigrarono, un monito esigente anche oggi". Condanna da Fabbri: "Brutto gesto di 'Naomo' ma Maisto ha strumentalizzato la festa"

Maisto condanna Lodi al 4 Novembre: “Gesto che lascia allibiti”

di Redazione | 3 min

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“C’è da rimanere allibiti se in questi giorni al pennone dove è appena stato issato il nostro Tricolore qualcuno ha pensato di appendere un vessillo di partito. Dobbiamo avere ben presente che se si vincono elezioni non si diventa padroni, ma si è al servizio di tutti i cittadini: è inquietante e inaccettabile che chi ha ambizioni di governo non capisca la gravità e la prepotenza di un gesto che offende tutti, cittadini e istituzioni”.

Massimo Maisto condanna il gesto del segretario comunale della Lega Nicola Lodi dal palco per le celebrazioni del 4 novembre, una giornata nella quale ha fatto da padrone il centenario dalla conclusione della Prima guerra mondiale. “Il modo migliore per onorare questa giornata è dire mai più guerra, siamo ancora straziati dalle immagini della bambina yemenita: poteva essere nostra figlia, 100 anni fa quelli erano i nostri figli” prosegue il vicesindaco, che dopo l’attacco a Lodi coglie l’occasione per ricordare come “nelle istituzioni trovano forma le garanzie di libertà e democrazia per le quali 100 anni fa in tanti hanno pagato un prezzo altissimo: almeno dieci milioni di soldati morti, un numero imprecisato di civili e milioni di mutilati e feriti”.

Le parole di Maisto risuonano in una piazza che da qualche tempo non partecipava in maniera così sentita alla festa delle forze armate: “Il tremendo di quel conflitto sparse per le vene del continente una catena di rancori, devastazioni, fame e miserie che finì per scoppiare due decenni dopo nella Seconda, ancora più devastante, guerra mondiale. Quel doppio suicidio dell’Europa mostrò tutta l’inadeguatezza dei regimi imposti senza volontà popolare”.

Nel suo lungo discorso, il vicesindaco ricorda anche i 500mila civili che dovettero lasciare le proprie città dopo la perdita della linea dell’Isonzo, uomini, donne e bambini che “dovettero essere accolti in altre parti d’Italia e le prefetture furono incaricate di trovare alberghi, case sfitte e altre sistemazioni. Quel fiume umano di persone spesso vennero accolti come stranieri, perchè parlavano dialetto diverso o venivano visti come quelli che rubavano il lavoro agli italiani: termini, espressioni e diffidenze che sentiamo ripetere agli stranieri di oggi”.

“Fra il 1876 e il 1975 – prosegue Maisto – 26 milioni di italiani emigrarono nel mondo: un monito ugualmente esigente nell’Italia di oggi e quella che vorremmo domani. Lo stesso richiamo per l’Europa che nel tema rovente dell’accoglienza rischia di non ascoltare più le voci del passato e come se ciò non fosse accaduto tornano a suonare ideali di nazioni, popolo e razza, non risparmiando nemmeno i bambini ai quali viene addirittura impedito di mangiare in una mensa scolastica”.

“Pace valore puro da coltivare in ogni istante della vita, insieme al rispetto per il prossimo e al senso della democrazia, solo così possiamo ripudiare l’odio” ha affermato il rappresentante per gli studenti Giuseppe Astone, seguendo la tradizionale cerimonia dell’alzabandiera e la lettura, da parte del comandante del Coa Antonio Conserva, del messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A margine della ricorrenza  il segretario provinciale della Lega Alan Fabbri attacca duramente il discorso di Maisto, reo di “aver strumentalizzato la festa del 4 novembre e di aver fatto una cosa patetica e folle nell’accostare i nostri nonni all’immigrazione clandestina di oggi”. “Il gesto di Lodi – prosegue Fabbri – è stata una ingenuità ed è stato giusto il cappello fatto da Maisto, ma poi è caduto nel ridicolo. Ha fatto quello che lui stesso non vorrebbe che venisse mai fatto, cioè strumentalizzare: condanno un gesto che divide e che moralmente considero molto peggio di quella brutta cosa fatta ingenuamente da Lodi”. 

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