Attualità
3 Novembre 2018
Le reliquie del beato Carlo d’Austria custodite nella nostra città. Perego: “L’unico personaggio politico che invitava a porre fine a inutili stragi”

L’Imperatore della Pace arriva in casa d’Este

di Redazione | 2 min

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di Cecilia Gallotta

‘Non un Santo per caso Imperatore, ma un Imperatore Santo’: il titolo della conferenza tenuta presso Casa Cini dal professor Maurizio Dossena, delinea la figura dell’imperatore Beato Carlo d’Austria, che fra i suoi titoli annovera anche quello del ramo Austria-Este.

Un legame con la nostra città che verrà sigillato con l’arrivo ‘in patria’ delle reliquie dell’imperatore l’1 e il 2 dicembre prossimi, annunciato già durante la messa della mattina di Ognissanti, alla presenza dell’arciverscovo Gian Carlo Perego, da don Davide Benini, il cappellano di Ferrara della Gebetsliga, l’unione di preghiera ‘Beato Carlo d’Austria’ per la Pace e la Fratellanza fra i popoli.

Saranno tre i luoghi sacri che custodiranno le reliquie: un altare laterale della navata sinistra della Cattedrale ove sarà posta anche un’icona del Beato Carlo realizzata dalle suore benedettine di Vicolo del Gambone, il Monastero del Corpus Domini dove riposano gli Estensi e una cappella laterale del Santuario del Santissimo Crocifisso di san Luca.

La conferenza, presentata dal delegato della Gebetsliga-Ferrara Massimo Martinucci, che ha ringraziato per la sua presenza in sala il delegato nazionale don Arnaldo Morandi di Brescia, ha inquadrato, con le parole di Dossena, il difficile momento in cui Carlo d’Asburgo divenne imperatore, mettendo in evidenza tutti i suoi tentativi di pace che purtroppo ebbero esito negativo, “per l’evidente volontà di paesi come la Francia e l’Inghilterra di eliminare gli imperi centrali dalla scena europea”.

Toccante la descrizione fatta da Dossena dell’ultima parte della vita dell’Imperatore, trascorsa in esilio a Madeira in estrema povertà, ma con grande fede, “senza neppure i soldi per pagare un medico e avendo così il solo conforto della moglie Zita e del figlio maggiore Otto accanto al suo letto di morte”. Per le sue virtù cristiane personali, familiari e politiche è stato beatificato da san Giovanni Paolo II il 3 ottobre 2004.

Ha concluso la serata monsignor Perego che ha ricordato come il beato Carlo sia stato “l’unico personaggio politico della prima guerra mondiale a prendere sul serio le parole del Pontefice Benedetto XV che invitava a porre fine a quella inutile strage”, che ha comportato 16 milioni di morti e 20 milioni di feriti. “Non è un caso – ha terminato l’Arcivescovo – che proprio a cinquant’anni dalla conclusione della prima guerra mondiale San Paolo VI abbia istituito la Giornata Mondiale per la Pace” .

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