Da tempo assistiamo al proliferare di penose manifestazioni inneggianti a ideologie e periodi storici che hanno provocato solo tragedie, lutti e disastri per l’Italia e per le classi popolari. Il 3 novembre Casa Pound vuole sfilare per le vie di Trieste per celebrare la vittoria italiana nella 1° guerra mondiale. Questo con il benevolo compiacimento e l’appoggio di forze politiche che puntano a guadagnare facile consenso strumentalizzando, in chiave razzista e xenofoba, il disagio sociale provocato da scelte economiche devastanti. Aver permesso una manifestazione nazionale a un movimento estremista, e dichiaratamente fascista, che non si riconosce minimamente nei valori della Costituzione repubblicana e antifascista, è una cosa gravissima che la dice lunga sul rispetto delle leggi e della Costituzione in Italia.
Cosa ci sarebbe poi da celebrare? Una guerra d’aggressione contro l’Austria-Ungheria che fino al giorno prima era un nostro alleato ufficiale. Ma, soprattutto, una guerra imposta al popolo italiano, in stragrande maggioranza contrario, dal re e da uno squallido movimento interventista al soldo dei grandi gruppi capitalistici e finanziari anglo francesi. Una guerra imperialista che dietro il pretesto di “liberare” i territori “irredenti”, mirava, come testimonia il patto segreto di Londra del 26 Aprile 1915, a stabilire il controllo italiano sull’Albania, su un grosso pezzo di Anatolia (Turchia) e a conquistare nuove colonie.
Una guerra fatta solo per la spartizione, tra potenze imperialistiche, del mercato europeo e del controllo coloniale delle materie prime, in cui operai e contadini italiani sono stati costretti a trasformarsi in carne da macello, andando all’assalto delle mitragliatrici austriache, con i fucili dei carabinieri puntati alla schiena.
La 1° guerra mondiale non solo è costata 600.000 mila morti al popolo italiano e più di 8 milioni al resto d’Europa, ma è stata anche la sanguinaria fucina in cui si è forgiata quella irrazionalistica mitologia della “morte in guerra”, della “comunità”, della “terra e del sangue”, di cui si sono fatti poi interpreti i demenziali regimi nazifascisti degli anni 30 e 40 del Novecento. Questo è quello che, in realtà,vorrebbero celebrare gli epigoni di quei regimi.
USB parteciperà alla manifestazione antifascista del 3 novembre, perché l’antifascismo non è una spilletta da indossare una volta ogni tanto. USB non può che essere contro l’ennesimo tentativo di infondere nei lavoratori italiani una cultura dell’odio e della mobilitazione per la guerra nell’interesse del padronato. Oggi, come allora, questa celebrazione dell’odio sciovinistico, sta facendo bene solo a chi sta attaccando i nostri diritti e distruggendo i beni pubblici. E questo sta avvenendo, da anni, anche con la compiacenza e la passività di quelle organizzazioni politiche e sindacali, a parole antifasciste, ma che hanno invece passivamente accettato il modello economico di distruzione neoliberista dello stato sociale imposto dagli organismi tecnocratico- finanziari dell’Unione Europea.
USB Federazione di Ferrara