Attualità
30 Ottobre 2018
Firmato il P.I.C.O.. Il Comune di Ferrara capofila nel contrasto all’omotransnegatività

Lgbt. Un protocollo contro le violenze e le discriminazioni

di Redazione | 3 min

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di Michela Capris

In un momento storico non facile per la collettività lgbt, il Comune di Ferrara si fa capofila di un Protocollo di Intesa per la definizione di azioni, strategie di intervento e di contrasto all’omotransnegatività, il cosiddetto P.I.C.O.

Il protocollo, che riprende nuovamente vita dopo una battuta di arresto a causa del riordino istituzionale e territoriale delle province, è stato firmato da: Prefettura, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Azienda USL, Università degli Studi di Ferrara, comitati territoriali di Arcigay, Arcilesbica, Agedo e Famiglie Arcobaleno, sigle sindacali di Cgil, Uil, Centro Donna Giustizia, Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti, Uisp Ferrara, Consiglio Parità per la Provincia di Ferrara.

“Dopo quasi un anno di impegno – introduce Massimo Maisto, in qualità di alle pari opportunità – ridiamo vita al P.I.C.O., un importante strumento di lavoro che non ha solo un forte valore simbolico, ma si pone come obiettivo il superamento dell’omotransnegatività e il riconoscimento dei diritti delle persone lgbt”.

La vicaria del prefetto, Adriana Sabato, esprime parole confortanti sulla firma del documento e sulla partecipazione tavolo di lavoro: “La Prefettura aderisce con convinzione a questo protocollo. Noi dobbiamo essere lì dove le istituzioni si prefiggono di contrastare ogni forma di pregiudizio e di discriminazione che incidono sui diritti umani universali. Ancora oggi ci sono 13 Paesi nel mondo che prevedono la pena di morte per le persone lgbt e 70 Paesi che considerano l’omosessualità un reato da punire con pene gravissime”.

In Italia vige una legislazione neutra in questo senso, ma “non significa che la neutralità porti con sé mancanza di intolleranza e pregiudizi che sfociano in aggressioni verbali e fisiche”.

Tiziano Carradori, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, oltre ad auspicare che protocolli di questo tipo “possano diventare in un futuro (quando si sarà raggiunto effettivamente un riconoscimento delle persone lgbt, ndr) obsoleti” e ha sostenuto che “senza rispetto delle differenze non ci possa essere alcun tipo di prosperità per la nostra società”.

Anche Claudio Vagnini, direttore generale dell’Azienda USL di Ferrara ricorda che “i principi di uguaglianza e rispetto sono propri della Sanità” e che è importate, per migliorare i servizi erogati a tutte le persone, “capire quali sono le problematiche e lavorare in modo mirato” per garantire a tutte le persone “anche quelle che non vengono considerate in equilibrio secondo l’ottica di qualcuno” un accesso dignitoso e rispettoso alla sanità.

L’Università di Ferrara è stata parte attiva per la formulazione del nuovo P.I.C.O. ed era rappresentata dalla presidente del Consiglio di Parità, Maria Gabriella Marchetti: “Le discriminazioni su orientamento sessuale e identità di genere possono essere fronteggiate e superate attraverso strategie di lavoro condivise. Unife ha istituito un punto di ascolto per chi vive forme di disagio legate al proprio orientamento sessuale e affettivo”.

Anche il mondo del lavoro è stato oggetto di attenzioni. Donatella Orioli, consigliera di parità per la Provincia di Ferrara, mette in evidenza le forti criticità che esistono sui luoghi di lavoro: “le persone mi raccontano i problemi vissuti sul lavoro, ma il vero problema è che non vogliono denunciare perché hanno paura ad esporsi”.

Parole condivise da Cristiano Zagatti, segretario provinciale della Cgil: “Insieme dobbiamo agire la denuncia, la vittima deve avere la certezza di essere tutelata, ma le normative in tal senso oggi non aiutano”, sottolineando come la riforma del mercato del lavoro abbia messo in crisi il sistema di tutele e diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.

La parola è passata poi alle associazioni del territorio che a vario titolo si occupano di contrasto alle discriminazioni. Manuela Macario, presidente di Arcigay Ferrara, ha espresso i propri timori su una violenza ormai dilagante: “Questo protocollo arriva in un momento particolare per lo scenario nazionale e internazionale. Viviamo in un Paese in cui alcuni ministri della Repubblica mettono in discussione i principi della Costituzione. Posso solo sperare che questo protocollo sia applicato oggi e nei prossimi anni, qualunque sia il colore politico che governerà questa città”.

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