
La famiglia Cappellari al completo per l’intitolazione della via
Il Comune di Ferrara ha intitolato una strada a Pilade Cappellari, vissuto dal 1890 al 1974 e noto ai ferraresi come fondatore dell’omonimo centro di formazione professionale e per la celebre legatoria, entrambi con sede in via Savonarola 16.
La strada si trova a Villa Fulvia, accanto al campo da calcio di via Misericordia, e alla cerimonia di inaugurazione erano presenti, oltre ai nipoti e pronipoti, il sindaco Tiziano Tagliani, il presidente della Camera di Commercio Paolo Govoni e i componenti della commissione toponomastica del Comune di Ferrara Anna Paola Mambriani, Franco Cazzola e Leopoldo Santini.
Il momento più toccante è stato l’intervento di Rolando Bighi che alla veneranda età di 84 anni ha ricordato gli anni in cui era allievo di Pilade, a cui deve la sua carriera scolastica: “Grazie alla sua fermezza e sensibilità – ha ricordato l’ex studente con voce commossa – sono riuscito a diplomarmi pur essendo in difficoltà economica, non potendomi permettere il diploma mi ha concesso di ottenerlo senza pagare”.
Una storia di generosità, ma anche di un’azienda di successo: “Le aziende a matrice familiare, dove la storia dell’azienda si fonde con quella familiare, sono le più solide e durature nel tempo” ha affermato il presidente della Camera di Commercio Govoni, ponendo l’attenzione sulla “importanza di questa ossatura degli artigiani, garanzia di continuità”.
Anche il sindaco Tagliani conserva gelosamente i suoi ricordi all’interno dell’istituto Cappellari: “Mi ricordo che quando ero giovane entravo all’istituto e vedevo la moglie Elvira assorta nell’attività artigianale mentre rilegava i libri, ma è una testimonianza vissuta da me come da tantissimi altri ferraresi”.

I nipoti di Pilade insieme al sindaco
In effetti ripercorrere la storia di Pilade Cappellari, e di ciò che lui ha iniziato, significa raccontare oltre un secolo di storia di Ferrara. La famiglia Cappellari proviene nel 1800 dal Veneto; i parenti oggi dichiarano di non aver mai approfondito la possibile parentela con il Pontefice Gregorio XVI, veneto di Belluno e il cui nome di battesimo era Bartolomeo Alberto Cappellari.
Pilade Cappellari nasce nel 1890 a Ferrara da papà Guelfo e mamma Virginia Camozzi, primo di quattro figli. Inizia come apprendista garzone in una piccola legatoria e poi diventa capo operaio nel 1908 alle Industrie Grafiche, all’epoca in Piazza Verdi.
È nel 1905 che padre Serafino Marchioni, un frate francescano del convento di San Rita da Cascia, lo folgora con quella che diventerà la passione della vita: la stenografia, ossia l’arte di riprodurre il parlato annotando dei simboli con la matita; una competenza che sarà richiestissima per tutto il ‘900 dagli impiegati di tutto il mondo, e quasi sparita a fine anni ’80.
Cappellari tiene come docente il suo primo corso di stenografia nel 1909 nella casa di via Scienze 25, dando inizio a quello che, ancora oggi, è l’istituto Cappellari, uno degli enti di formazione professionale più antichi d’Italia.
Accomunando la sua esperienza di tipografo con quella di stenografo Cappellari, dal carattere impetuoso, partorisce nel 1915 un’idea al tempo rivoluzionaria: inventa la “Tipostenografia Cappellari”, un sistema che permette alla stenografia, finora disciplina applicata solo alla destrezza nell’uso della “matita”, di essere applicata ai caratteri mobili della stampa. In sostanza si tratta del primo sistema stenografico che si può anche stampare su un libro o su un giornale.
Nel 1922 Cappellari sposa Elvira, che va ad abitare con lui nella casa di via Montebello. Le richieste del mercato del momento inducono la coppia ad insegnare anche la dattilografia, che segue personalmente Elvira. La Scuola Cappellari inizia quindi a insegnare dattilografia e stenografia. Cappellari decide di mettersi totalmente in proprio nel ’24 e diventa artigiano aprendo un suo laboratorio di legatoria in via Bellaria. Nascono poi i tre figli: Gabriele, Oreste e Gilberto. Poi si trasferirà in via del Turco 33, dove tiene costantemente corsi di dattilografia e stenografia.
Ma Cappellari è anche uomo di altissima etica e grandi valori, in quanto sempre proteso ad un forte impegno sociale. In politica è esponente del Partito Popolare ed è spesso impegnato in comizi (nella difficile epoca fascista); è anche “fiduciario” (l’equivalente del segretario) degli artigiani della provincia. Proprio per il suo carattere deciso, assume una posizione di leadership tra gli artigiani della provincia.

Pilade Cappellari, al centro, vicino alle “macchine tipostenografiche” di sua invenzione durante una cerimonia di consegna dei diplomi agli allievi della Scuola Cappellari nel 1949
Risale al 1935 un’altra intuizione da inventore. Cappellari va ad Ivrea e propone all’ingegner Camillo Olivetti di costruire una macchina per scrivere che avesse sui tasti i simboli della sua Tipostenografia. Olivetti accetta e produce i primi modelli. Cappellari brevetta l’invenzione e nasce così la “macchina tipostenografica”, un mix tra stenografia e dattilografia. Da allora Cappellari tiene tiene numerosi corsi con la nuova macchina. Ne era talmente fiero che la presenta personalmente a Roma, insieme al figlio Gilberto, al Pontefice Pio XII (tuttora la famiglia conserva la lettera di ringraziamento). Poi fa omaggio di un’altra macchina tipostenografica al Re Vittorio Emanuele.
Dopo la guerra, tutte le passioni e le abilità di Pilade trovano continuità nei tre figli. Gabriele si occupa della legatoria, Oreste e Gilberto operano come insegnanti di dattilografia e stenografia nella scuola. Gli anni successivi la famiglia e la Scuola Cappellari si trasferiscono in via Fossato dei Buoi 8.
Nel 1951 c’è un’altra idea di Cappellari. Il suo spirito autenticamente artigiano gli fa notare come gli artigiani, allora come oggi autentica spina dorsale dell’economia, siano una categoria che “lavora e produce fortemente”, spesso senza aver nessun riconoscimento. Insieme ad un gruppo di appassionati artigiani, fonda quindi l’Accademia dei Maestri artigiani di arti e mestieri che da allora, incessantemente, tutti gli anni premia solennemente gli artigiani di fronte alle massime autorità consegnando ad essi il “Diploma di Maestro artigiano”. Accade ancora oggi, grazie alla guida di un appassionato consiglio accademico, a marzo a Ferrara e ad ottobre a Bondeno.
Nel ’57 tutti i Cappellari si trasferiscono in via Savonarola 16, dove tuttora ha sede il moderno istituto Cappellari e dove sono passate generazioni di ferraresi. Dattilografia e stenografia da tempo hanno ormai lasciato il posto all’informatica, alla tecnologie avanzate, alla moderna formazione professionalizzante, alla formazione aziendale e alla formazione a distanza.
Da autentico artigiano formatore, fino a quando le forze glielo hanno permesso, Pilade e la moglie Elvira hanno insegnato con passione e fermezza a generazioni di concittadini. Poi il testimone è passato a figli e nipoti. La Legatoria Cappellari ha rilegato le tesi di laurea di generazioni di ferraresi. Pilade Cappellari si è spento il 10 dicembre 1974 e la camera ardente è stata in via Savonarola, all’interno della sua attività, dove oggi c’è l’attuale sala riunioni.