Politica
26 Ottobre 2018
Oddi e Ravaglia isolano Pennini ("non ci riconosciamo nei toni e nei modi") e criticano il Pd per gli emendamenti e l'opposizione "impreparata"

Dalla delibera popolare alla polemica politica: Ferrara In Comune prende le distanze dall’alleato

di Ruggero Veronese | 4 min

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Marcella Ravaglia e Corrado Oddi dell’associazione Ferrara In Comune

Una maggioranza giudicata poco autonoma, un’opposizione impreparata e un alleato fin troppo polemico e predisposto agli attacchi personali. È questa la scomoda situazione in cui si è ritrovata l’associazione Ferrara In Comune, che lunedì ha presentato in consiglio comunale assieme al comitato Mi Rifiuto la prima delibera di iniziativa popolare nella storia della politica ferrarese, mirata alla pubblicizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti. Approvata nonostante gli emendamenti proposti dal, Pd che hanno determinato alcune variazioni al testo.

Proprio a causa di queste variazioni si è innescata un’asprissima polemica tra Partito Democratico e Paolo Pennini, rappresentante del comitato Mi Rifiuto e attivista del Movimento 5 Stelle. Il principale pomo della discordia è l’affidamento dello studio di fattibilità richiesto nella delibera ad Atersir, ente regionale competente sui servizi di raccolta dei rifiuti a livello regionale. Una modifica tecnica e inevitabile per salvare la delibera da difetti di forma, sostiene il Pd, ma che non va giù ai promotori della delibera, secondo i quali Atersir è troppo vicino a Hera e non garantirebbe quindi la necessaria indipendenza decisionale.

I chiarimenti di Ferrara in Comune. Lo fanno, però, con modi e toni lontani anni luce. Mentre Pennini del comitato Mi Rifiuto si scaglia unicamente contro la maggioranza (nonostante sia lo schieramento che di fatto ha votato a favore della delibera), arrivando addirittura a ipotizzare querele verso la consigliera Bianchini, i membri di Ferrara in Comune hanno aspettato qualche giorno prima di prendere parola. E oggi il loro giudizio – sia per il voto in consiglio che per le successive polemiche – non risparmia davvero nessuno. “Ci sembra utile rimettere al centro il merito della questione – spiegano Corrado Oddi e Marcella Ravaglia dell’associazione -, che si rischia di perdere quando prende il sopravvento la politica “urlata”, che sembra andare molto di moda in questi tempi, fatta più di insulti, demonizzazione dell’interlocutore e giudizi sommari piuttosto che di valutazioni precise”.

Anche Oddi e Ravaglia sono molto critici sugli “emendamenti pesanti introdotti dal Pd”, che renderebbero la delibera “distante e non corrispondente al senso profondo della proposta popolare su cui abbiamo raccolto 955 firme”. Gli attivisti riconoscono che l’oggetto dello studio di fattibilità (una delle principali preoccupazioni nelle settimane precedenti al voto) “va almeno parzialmente nella direzione indicata da noi”, ma l’affidamento ad Atersir “significa svuotare l’effettiva possibilità di partecipazione dei vari soggetti presenti nel territorio all’impostazione dello studio di fattibilità”, rendendo “il tavolo partecipativo un puro elemento di contorno e di commento da quanto prodotto da Atersir”. C’è poi secondo Ferrara in Comune un problema di indipendenza dell’ente, che “non è propriamente  un soggetto terzo ed autonomo nei confronti di Hera e delle scelte di privatizzazione del servizio dei rifiuti. Infine, non possiamo sottacere che l’ipotesi di affidare lo studio di fattibilità ad Atersir non è mai stata avanzata nel corso dei due confronti avvenuti tra noi e il Gruppo consiliare PD, prima della seduta del Consiglio comunale ed è apparsa solo in quella sede”.

Ma se il giudizio sulla maggioranza è severo, quello sull’opposizione (che non avendo prodotto emendamenti alternativi a quelli del Pd ha finito per bocciare l’intera delibera popolare) e sullo stesso alleato Pennini appare quasi rassegnato: “Non possiamo non rilevare – scrivono Oddi e Ravaglia – l’atteggiamento dell’opposizione che, nei fatti, si è dimostrata impreparata e conseguentemente poco disposta a sostenere la nostra proposta di delibera di iniziativa popolare. In quanto alle prese di posizioni di Paolo Pennini, non solo non concordate con noi, ma inviate alla stampa senza tener conto di quanto avevamo convenuto tra la nostra associazione e il comitato Mi rifiuto nell’esprimere un giudizio di merito e privo di polemiche e attacchi di carattere personalistico, dobbiamo necessariamente prenderne le distanze, non riconoscendoci nei toni e nelle modalità di discussione. La nostra concezione della politica, anche nei momenti di contrapposizione più aspri, non prescinde dal rispetto delle persone e delle opinioni avverse alle nostre”.

“Per quanto ci riguarda – concludono gli attivisti -, continueremo la nostra battaglia per arrivare alla ripubblicizzazione della gestione del servizio dei rifiuti e degli altri servizi pubblici, che hanno a che fare con i beni comuni, a partire dall’acqua. E continueremo a farlo con una modalità che appartiene alla “buona politica”, quella interessata alle scelte di merito che riguardano la nostra comunità locale e non ai toni urlati e che non sono utili per svolgere una discussione produttiva”.

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