Attualità
25 Ottobre 2018
L'associazione uscirà il 31 dicembre: "Così nessuno riuscirebbe ad affrontare le necessità di base dei cani, necessario integrare il bando"

Dopo 30 anni l’Avedev lascia il canile: “Troppe spese, Comune assente”

di Redazione | 4 min

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L’Avedev lascia il canile comunale di Ferrara e lo fa in aperta polemica con il Comune, ‘reo’ di non coprire a sufficenza con i propri contributi le spese che l’associazione deve sostenere per garantire ai cani ospiti della struttura condizioni di vita dignitose.

Problemi economici “insormontabili” che hanno portato l’Avedev ad annunciare l’abbandono del canile, dopo trent’anni, il 31 dicembre 2018, “assieme a tutti i beni di nostra proprietà, come prevede la convenzione”. L’annuncio arriva dopo il rifiuto da parte dell’associazione della richiesta del Comune di Ferrara di proroga per l’anno 2019 della gestione del canile comunale.

“Come comunicato al Comune l’estate scorsa – spiega in un comunicato il consiglio direttivo dell’Avedev – i problemi economici sono ormai insormontabili: oltre al corrispettivo comunale (€ 151.000, al netto dell’Iva) abbiamo sempre coperto la differenza con le spese (€ 188.000 circa, al netto dell’Iva), cioè € 37.000, con fondi raccolti dalla nostra associazione, ma che quest’anno non sono più sufficienti ad assolvere alle necessità dei cani (quasi sempre entrano cani con notevoli problemi di salute), oltre a dover rispettare le onerose clausole dell’appalto. Abbiamo effettuato tutte le economie possibili e non ci siamo mai tirati indietro nella ricerca di altri aiuti, che fortunatamente ci sono stati, in forme diverse ma ugualmente importanti. Ci abbiamo riprovato quest’anno, ma purtroppo non ci si riesce più e chiuderemo l’anno con un disavanzo per noi insostenibile. Questa volta abbiamo deciso di non chiedere più nulla al Comune di Ferrara – che, in verità, niente ci ha proposto… e nemmeno ci ha ringraziato per quanto fatto finora – e dopo trent’anni, il 31 dicembre 2018 lascieremo il canile, assieme a tutti i beni di nostra proprietà, come prevede la convenzione. Dal 1989, quando è stato aperto il canile, il Comune ha acquistato pochissime attrezzature, via via comprate dalla nostra associazione, e chi subentrerà dovrà provvedervi”.

Nonostante le accuse al Comune, un’autocritica l’Avedev la compie ammettendo di non essere riuscita a “far comprendere a chi ne ha la responsabilità per legge (il Comune) che cosa comporta recuperare, accogliere, accudire, curare, costruire un rapporto favorevole a nuove adozioni a quei cani che non hanno più un referente e null’altro che il canile”. Obblighi che tuttavia “non dovrebbero essero conteggiati alla base di un’appalto?”

I membri dell’associazione dichiarano di non essere più disponibili “ad un tipo di gestione che vedrebbe penalizzata la qualità di vita e la cura dei cani in canile – come purtroppo avviene sempre più spesso in altre città – con la inevitabile riduzione degli orari di lavoro degli operatori e, di conseguenza, di tutto quello di cui i cani abbisognano nell’arco della giornata (sgambamento, completamento delle pulizie e disinfezioni, distribuzione delle terapie, secondi pasti, preparazione per l’uscita dei cani in passeggiata, presenze per le adozioni dei cani ospitati, manutenzioni, recupero cani sul territorio 24 h su 24, ecc. ecc.) e lunghe costrizioni dei cani chiusi nei box sino al giorno dopo”.

L’augurio è che “l’imminente bando di gara mantenga gli stessi requisiti di un’anno fa, che garantiscono un buon livello di benessere dei cani (confermatoci anche da recenti sopralluoghi dei Nas), ma siamo consapevoli, indipendentemente dalla nostra uscita, essere assolutamente indispensabile che l’Amministrazione integri il corrispettivo, perché con quella somma nessuno, ripetiamo nessuno (cooperativa, associazione o privato) riuscirebbe a far fronte alle necessità di base (che sono anche e giustamente degli obblighi) se non penalizzando, e molto fortemente, i cani, molti dei quali abbisognano di tante cose”. Si parla, ad esempio, di sei cani che deambulano col carrellino e “hanno inoltre necessità fisiologiche diverse e ripetute nell’arco della giornata, che non si possono disattendere se non a rischio della loro vita”.

“Su questi aspetti – promette l’Avedev – vigileremo attentamente e non mancheremo di invitare l’Uoav dell’Azienda Usl di Ferrara e le Guardie Zoofile a fare altrettanto”. “Non vogliamo – conclude l’associazione – prendere in considerazione l’ipotesi ultima a cui il Comune pare indirizzarsi nel caso la gara andasse deserta, ovvero il trasferimento dei cani del proprio canile in altri canili non si sa dove. Il canile comunale è a norma, e moltissimi cani ci vivono da anni e hanno acquisito un faticoso rapporto di fiducia con gli operatori (una professionalità non semplice da formare), che dovrebbero azzerare e, forse, ricominciare con altri, grazie alla “sensibilità e lungimiranza” del Comune di Ferrara. Questa ipotesi sarebbe un’atto di crudeltà imperdonabile che una città civile come Ferrara non si merita. E’ stato detto che non ci sono i fondi, anzi che dovrebbero essere ulteriormente tagliati. A nostro parere è questione di scelte, che possono portarsi dietro delle conseguenze quasi certamente più onerose e meno rassicuranti sul futuro dei cani e del canile comunale di Ferrara”.

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