
Paride Guidetti, Antonio Del Bello e Gregorio Barison, attivisti di Agende Rosse a Ferrara
Non è un caso se la prima vera iniziativa del gruppo delle Agende Rosse di Ferrara – movimento antimafia creato dal fratello di Paolo Borsellino, Salvatore – avrà come sede l’aula magna del liceo Roiti e sarà rivolta prevalentemente ai ragazzi delle scuole superiori. L’eroica ma tragica lotta alla criminalità organizzata del pool antimafia, nei primi anni ’90, è un pezzo di storia italiana che ancora non si trova nei libri di storia – almeno per quanto riguarda i programmi scolastici in senso stretto -, ma che proprio per questo rischia di non trovare spazio nella memoria e negli insegnamenti alle nuove generazioni.
L’arrivo a Ferrara di Salvatore Borsellino (il 26 ottobre alle ore 20 presso il liceo Roiti) diventa quindi l’occasione perfetta per ‘mettere al passo’ gli adolescenti con quanto avvenuto oltre 20 anni fa e per fare il punto della situazione sulle inchieste, i processi e le sentenze che ne sono seguite. Ne sono convinti gli iscritti ferraresi al movimento delle Agende Rosse che organizzano l’incontro – Paride Guidetti, Antonio Del Bello e Gregorio Barison – che martedì mattina hanno ringraziato il liceo per l’ospitalità e presentato l’evento alla stampa.
Tra i temi che troveranno più spazio durante l’incontro rientrano due questioni rimaste sempre aperte, a partire dalla trattativa Stato-mafia: “Un processo caduto nel silenzio nonostante le gravi condanne erogate – spiegano gli esponenti di Agende Rosse – e l’affermazione che tra apparati dello stato e “cosa nostra” vi furono segnali di disponibilità e dialogo che comportarono l’accelerazione dell’assassinio di Paolo Borsellino. Tra i condannati gli ufficiali dei carabinieri Mario Mori (12 anni) Antonio Subranni (12 anni) Giuseppe De Sonno (8 anni) unitamente ai mafiosi Leoluca Bagarella (28 anni) Antonio Cinà (12 anni) e al fondatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri (12 anni)”.
Altro punto rimasto aperto è quello sul processo ‘Borsellino quater’, la cui sentenza “emessa dalla Corte d’Assise di Caltanissetta porta alla luce i depistaggi operati da chi doveva indagare sulla strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992. La sentenza – spiegano gli attivisti – mette a nudo trame fatte di complicità, depistaggi, e collusioni alla base dell’intera vicenda indicando, ad esempio, il legame tra il depistaggio e l’occultamento dell’agenda rossa del Giudice, fatto che si desume dall’identità di un protagonista di entrambe le vicende: Arnaldo La Barbera, tra l’86 e l’88 agente del Sisde con il nome di Rutilius. Una vicenda costellata di false accuse, gravi condanne ai danni di innocenti, torture esercitate da funzionari dello stato”.
Agli incontri saranno presenti anche il direttore de ‘Il Dubbio’ Piero Sansonetti e gli avvocati Fabio Repici (parte civile al processo Borsellino) e Domenico Morace, da tempo attivista di Agende Rosse e che si occuperà di moderare l’incontro.
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