Spettabile Redazione,
mio marito ha una pensione erogata dall’INPS (Gestione Separata).
Dopo la pensione ha lavorato ancora per circa tre anni, come consentito dalla legge) e i suoi contributi sono stati versati all’ INPDAP (istituto ora gestito dall’INPS).. Se avesse una pensione da dipendente,da artigiano, da commerciante o da coltivatore potrebbe chiedere il supplemento di pensione. Ma per gli sfortunati (stavo per usare un altro termine) che ricevono la pensione dalla “Gestione Separata” tale possibilità non è prevista. E nemmeno è prevista la restituzione dei contributi, che l’INPS (ex INPDAP) si “pappa” a sbafo.
Se così non è (ma è così) l’INPS può smentire pubblicamente la mia affermazione.
Perchè i disgraziati (co.co.co,, consulenti senza albo nè cassa, occasionali etc.) che hanno versato i contributi alla Gestione Separata dell’INPS debbono essere trattati in modo discriminatorio?
Perchè mio marito deve ritrovarsi senza il supplemento di pensione e senza poter chiedere neppure – in alternativa – la restituzione dei contributi, che sono stati buttati al vento (o meglio, sono finiti nel calderone dell’INPS)?
E’ giusto che quei contributi vadano persi?
CGIL, CISL e UIL, dove siete?
Mi rivolgo soprattutto ai parlamentari ferraresi dei “5 stelle” che ho votato. Visto che Di Maio è anche Ministro del Lavoro, perchè non gli tirate la giacchetta affinchè sani l’ingiustizia che ho descritto e che ciascuno può verificare.
Nadia Faccini