I promotori della delibera di fronte allo scalone del municipio
Comunque vada a finire la discussione, la sessione di lunedì prossimo in consiglio comunale sarà destinata a lasciare traccia. Approda infatti sui banchi la prima proposta di delibera di iniziativa popolare nella storia della politica ferrarese, promossa dall’associazione Ferraraincomune e dal comitato Mi Rifiuto, che mira a trovare una ‘alternativa democratica’ a Hera. Ovvero – per stare sul tecnico – ad “approvare uno studio di fattibilità finalizzato alla ripubblicizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti”: primo passo verso la creazione di un’azienda pubblica che prenda in carico – ma senza scopo di lucro – il servizio.
Per i partiti insomma arriva finalmente il momento di uscire allo scoperto e di dichiarare pubblicamente se sono favorevoli o contrari – e per quali motivi – a una gestione pubblica della raccolta dei rifiuti. Un risultato raggiunto dopo non poche difficoltà dal comitato e dall’associazione promotrici della delibera, che dopo aver raccolto un migliaio di firme si sono trovati di fronte ad alcuni rilievi di inammissibilità formale da parte degli uffici tecnici del Comune, che avevano rischiato di bloccare a monte l’intero progetto. Ma dopo vari incontri e mediazioni tra promotori e gruppi consiliari, la conferenza dei capigruppo ha dato il via libera alla discussione, che punterà anche a sanare gli eventuali rilievi formali: lunedì un rappresentante dell’associazione o del comitato presenterà la delibera, che verrà poi discussa e votata dai consiglieri.
“È una grande soddisfazione per noi – afferma Corrado Oddi di Ferraraincomune -, sia perché le criticità che ci sono state contestate non impediranno al consiglio di discutere la prima delibera di iniziativa popolare a Ferrara, sia perché ci verrà consentito di presentarla, che non era scontato visto che non ci sono precedenti in questo senso. Ora però viene il bello: cosa uscirà dalla seduta? Per quanto ci riguarda, siamo aperti a interventi e variazioni nel testo, ma che non stravolgano il senso dell’iniziativa. Quindi lo studio di fattibilità che proponiamo dovrà valutare la possibilità di rendere pubblico il servizio, e non analizzare e comparare genericamente le varie forme di gestione del servizio, visto che i modelli a gestione privata o mista li conosciamo già. A Ferrara occorre valutare un’alternativa”.
Il timore di Oddi deriva soprattutto dalla posizione assunta durante gli incontri coi consiglieri del Pd, più orientati verso uno studio generico e comparativo tra gestione pubblica e privata. “Non abbiamo ancora capito qual è la vera posizione della maggioranza”, afferma l’attivista. In sostanza il timore dei promotori è che il Pd, nonostante l’apertura a livello di dichiarazioni, possa cercare di ‘annacquare’ la delibera privandola o alleggerendola della sua esplicita critica a Hera e, più in generale, a un modello di servizio pubblico che prevede utili economici per il gestore. E per quanto riguarda i gruppi di opposizione? “Forza Italia si è detta contraria alla gestione pubblica, ma è favorevole a eseguire lo studio di fattibilità per la sua portata conoscitiva. Per quanto riguarda Lega e Fratelli d’Italia sono rimasti più sul vago, mentre il Movimento 5 Stelle ci è sembrata la forza più favorevole alla nostra delibera. Ora siamo in vigile attesa e lunedì avremo le risposte che stiamo aspettando”.
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