Attualità
19 Maggio 2018
Ferrara in Comune e il comitato Io Mi Rifiuto lanciano la raccolta firme per proporre un'alternativa al monopolio privato nei servizi

Rifiuti: l’alternativa a Hera è la democrazia

di Ruggero Veronese | 4 min

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Un nuovo sistema di gestione dei rifiuti per Ferrara per lanciare una nuova idea di democrazia partecipativa. Non parliamo di lontane utopie ma di un obiettivo che punta a diventare realtà, visto il grande successo della raccolta firme messa in campo dall’associazione ‘Ferrara in Comune’ e dal comitato ‘Io Mi Rifiuto’. Che, nel giro di tre settimane, hanno raccolto le 500 firme necessarie a presentare in Consiglio comunale una delibera a partecipazione popolare – la prima nella storia della politica ferrarese – per proporre un’alternativa a Hera nel monopolio dei servizi ambientali.

A spiegare l’ambizioso progetto a Estense.com sono gli ideatori dell’iniziativa Corrado Oddi e Marcella Ravaglia, che partono da due dati difficilmente contestabili: il rapporto non proprio idilliaco tra la città ed Hera e lo scarso livello di partecipazione pubblica nel definire le politiche locali. “La gestione dei rifiuti è un servizio pubblico fondamentale – spiega Oddi -, ma è affidato a un’azienda in costante espansione, quotata in borsa e che per il suo tipo di gestione è più attenta alle proprie esigenze che a quelle del cittadino”. Considerazioni basate anche sui bilanci della multyutility bolognese, che dal 2010 al 2016 ha incassato 1,150 miliardi di euro di utili, 900 milioni dei quali sono stati distribuiti come dividendi ai soci senza essere quindi investiti sul territorio.

Critiche che coinvolgono anche il servizio di Hera: “Abbiamo le tariffe più alte della regione – spiega Ravaglia – e con la raccolta differenziata siamo ancora molto indietro: servirebbero campagne di sensibilizzazione, ma le può fare solo un’azienda o un’amministrazione che ha come obiettivo il benessere comune. Come può Hera promuovere la riduzione dell’indifferenziata e quindi andare verso lo spegnimento degli inceneritori, quando ne ha uno proprio in questo territorio? L’azienda è in conflitto di interessi”.

Esistono alternative alla multyutility? Secondo Oddi e Ravaglia la soluzione sta nella creazione di una nuova azienda speciale a totale controllo pubblico (non privatizzabile), che preveda all’interno strumenti di democrazia partecipativa per le decisioni che coinvolgono la comunità. L’obiettivo non è solo per migliorare e rendere più economico il servizio attualmente ricoperto da Hera, ma abituare un’intera città a ragionare in maniera collettiva e costruttiva sui beni e i servizi comuni. Una piccola e molto pragmatica ‘scuola di democrazia’ che potrebbe essere l’inizio, secondo i responsabili di Ferrara in Comune, di una cultura di maggior partecipazione che potrà coinvolgere molti altri temi locali: dall’acqua pubblica agli immobili comunali inutilizzati.

Del resto, come dimostra il caso di Forlì all’inizio di quest’anno, per i Comuni non è impossibile riprendere in mano la gestione di servizi oggi in mano ai privati. “Ma – sottolinea Ravaglia – non si tratta di un ritorno al passato. Quello che vogliamo contrastare sono le decisioni calate dall’alto e senza coinvolgere i cittadini”. Il modello da seguire non è insomma quello delle vecchie aziende pubbliche, che spesso si rivelavano chiuse alla cittadinanza tanto quanto quelle private (con la differenza di essere vincolate ai partiti politici invece che a un azionariato). “È l’unico modo di riprendere in mano il bene pubblico – sostiene Oddi – perché ormai è più Hera a definire le politiche ambientali rispetto ai Comuni, come ha rilevato anche l’Anac un anno fa. E ripubblicizzando il servizio, quei 900 milioni di dividendi distribuiti ai soci sarebbero stati reinvestiti nel servizio”.

Come si può concretizzare la proposta? Una volta consegnate le firme, i promotori della raccolta presenteranno la delibera in consiglio, che in caso di approvazione impegnerà il Comune a effettuare uno studio di fattibilità sul progetto, per definirne con esattezza l’iter. Nel frattempo gli organizzatori si confronteranno con tutti i partiti e gruppi consiliari, che esprimeranno la loro posizione sulla proposta. I tempi tecnici di creazione di una nuova società pubblica non sono certo immediati, ma Oddi e Ravaglia sperano che il piano non trovi ostacoli imprevisti: “La concessione del servizio di raccolta a Hera è scaduta alla fine del 2017 – afferma Oddi – e oggi la società sta lavorando in deroga. E ricordiamoci sempre che tra pochi anni scade quella per l’acqua pubblica”.

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