Lettere al Direttore
19 Ottobre 2018

La caccia in un paese civile, lettera aperta ai politici

di Redazione | 2 min

Buongiorno a tutti, poche righe per riflettere assieme sulla tematica CACCIA.

Quale paese CIVILE può fregiarsi di tale definizione, se rende possibile una sorta di “guerriglia” intestina tra onesti cittadini, pacifisti(e pacifici) che hanno a cuore il rispetto della vita in ogni sua forma ( e non mi sembra un delitto questo, anzi, se tra l’altro già menti aperte e geniali come Plutarco, Leonardo e Tolstoj, predicavano tali ineccepibili postulati ) e gente armata , arrogante e piena della tracotanza dell’unica virtù di cui possono vantarsi, ovvero stringere un’arma tra le mani?

Io e vari amici mentre facevamo valere i nostri diritti sacrosanti siamo stati insultati e picchiati sul mio fondo agricolo da tali delinquenti: i cacciatori.

Ebbene sì, per me i cacciatori sono tutti uguali, arroganti e sicuri di sé solo quando stringono tra le braccia l’unica loro certezza per farsi valere e per sentirsi “qualcuno”: un fucile.

Nel corso degli anni, nella mia vita in campagna, sono stata oltraggiata troppe volte da decine di cacciatori a casa mia, per aver rispetto della loro categoria.

Li conosco bene e credo che un paese civile, diverrà degno di tale aggettivo solo quando non permetterà più l’esistenza della legge del più forte.

Sì, Signori miei , perché non si tratta che di questo, quando un 1% della popolazione solo perché se ne va in giro armata e ha dietro una fiorente industria delle armi, delle munizioni e degli allevamenti per il “ripopolamento” consentito dalle regioni ( vergogna!), si permette di fare il bello e il cattivo tempo, anche con Voi  Signori politici, tenendovi in pugno tutti…

Ora è venuto il tempo dei saluti…con una domanda:

Come si sente un politico quando DEVE agire non secondo coscienza, ma secondo ordini di partito? come ci si sente, quando, invece di fare il bene collettivo, si fa il “bene”di meno di un 1% della popolazione?

Dico bene virgolettato, perché spesso, i cacciatori a cui viene rilasciata la licenza anche a ottant’anni suonati, fanno tutto da soli e si sparano in testa fantozzianamente “my self”, o più arditamente l’un con l’altro.

UN POLITICO, e ormai son stanca di ripetervelo, perché mi annoio da sola, non dovrebbe fare il BENE COLLETTIVO,  e pensare innanzitutto all’incolumità e alla salute dei propri governati?

O forse è veramente da riscrivere la Costituzione al punto 1:
L’Italia è una Repubblica “democratica ”  fondata sulla legge del più forte e della convenienza economica.
Mettendo al bando l’ipocrisia delle belle parole.

Buon lavoro e riflettete su queste parole quando votate.

Cinzia Vaccari. Terre del Reno

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