Una volta, dopo i comizi con le bandiere rosse, i compagni cantavano l'”Internazionale”. Adesso invece abbiamo il festival di “Internazionale”, che ha sostituito egregiamente i festival de “l’Unità”. Con una differenza sostanziale: i comunisti si presentavano per quello che erano, invitavano ai dibattiti anche avversari politici (almeno negli ultimi anni) e sulle bancarelle si potevano trovare anche libri di pensatori molto lontani dal marxismo.
Al festival ferrarese di “Internazionale”, invece, trionfa il pensiero unico dominante, ben rappresentato dal radical-chic Gad Eitan Lerner “amico dei potenti e frequentatore di banchieri”, come lo ha definito Giuliano Ferrara e difensore di speculatori internazionali del calibro di George Soros, come aggiungo io. Così, fra un presidio a favore di Domenico Lucano (“Mimmo” per gli amici) e la visione de “Il giovane Marx” (in collaborazione con CGIL Emilia-Romagna e CGIL Ferrara), gli orfani di Fidel Castro e di Che Guevara sono stati soddisfatti. Mancavano lo stand dell’associazione “Italia-Cuba” e il bar con il “Daiquiri”, ma non si può avere tutto…
Ora si dibatte sull’utilità di continuare l’esperienza di “Internazionale” a Ferrara. Il mio parere è positivo, a condizione che ci sia una vera apertura, che non si chiamino i “soliti noti” e che si realizzino iniziative “bipartizan” (o meglio, “pluripartizan”), soprattutto difendere la cultura della legalità. Se infatti accettiamo il presupposto che, per uno scopo nobile si possa anche violare la legge (ammesso che “Mimmo” avesse veramente fini elevati). Se poi a violare la legge è un pubblico ufficiale quale è un sindaco che applica la massima secondo cui il fine giustifica i mezzi, rivalutata dai sedicenti democratici che lo sostengono, si scatenerebbe il caos collettivo, in quanto ognuno ha il proprio concetto di nobiltà… “Gipi” ha letto i nomi degli extracomunitari morti nel Mediterraneo. Perchè allora non leggere anche i nomi degli appartenenti alle forze dell’ordine caduti nell’adempimento del dovere? E parlando di populismi, perchè non invitare i leader dei movimenti “sovranisti”, animando un vero e serio dibattito? Quanto alle discriminazioni, perchè non invitare i cristiani perseguitati, le ragazze schiavizzate dall’ISIS, coloro che si battono contro le mutilazioni genitali femminili?
Credo che il festival di “Internazionale” potrà avere un futuro – specie se, come mi auguro, Ferrara volterà pagina alla prossime amministrative – solo se si aprirà, in maniera pluralistica, a tutte le voci che animano la nostra società, rinunciando a posizioni settarie, nascoste da una spruzzatina di presenze più o meno neutrali, che servono solo come foglia di fico per coprire posizioni che piacciono tanto al PD e ai radical-chic come Gad Eitan Lerner.
Alcide Mosso