Comacchio
10 Ottobre 2018
L'amato conduttore e cuoco di ‘Unti e Bisunti’ vuole scoprire perché le anguille tornano sempre a Comacchio

Rubio, uno chef fatalista per la Sagra dell’Anguilla

di Redazione | 2 min

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Comacchio. La sua partecipazione sarà certamente all’insegna dell’imprevedibilità, originale, irriverente e sopra le righe come i cooking show di cui è protagonista sul piccolo schermo: Chef Rubio, amatissimo conduttore (e cuoco) di ‘Unti e Bisunti’ è l’altro motivo – prima o dopo l’anguilla, dipende dai gusti – che porterà turisti e visitatori ad affollare i Trepponti nella penultima giornata di sagra, sabato 13 ottobre.

Ex rugbista, laziale classe 1983, da novembre di nuovo alla guida di “Camionisti in trattoria” su Dmax, a Comacchio Gabriele Rubini si presenterà nella duplice veste di cuoco e conduttore, interagendo con il pubblico (dalle 15 del sabato pomeriggio) durante l’esibizione ai fornelli del collega dagli occhi a mandorla Jin Ogata, chef giapponese già noto in laguna per le sue preparazioni a base di anguilla.

Anche per Rubio non sarà la prima volta a Comacchio: “Ci sono stato nel 2009. Mi trovavo a Oderzo e mi sono chiesto perché mai la anguille dal Mar dei Sargassi andassero a Comacchio. E così mi è venuta voglia di visitare la cittadina”.

Cosa ha cercato e portato con sé quella volta?

“La mia vita è una ricerca continua, di nuovi piatti, nuove persone e nuove storie da raccontare. La cucina stessa è un percorso di vita per me, un percorso durante il quale faccio mille cose diverse, perché nella vita l’importante è emozionarsi, trovare sempre qualcosa che appassioni e cucinare è un modo per trovare l’emozione: abbiamo bisogno del cibo per nutrirci e per provare cose nuove. A Comacchio, ad esempio, assaggerò l’anguilla cucinata da Jin e anche questa sarà una nuova emozione”.

Progetti imminenti?

“In realtà non ho progetti ben precisi. Proprio per ciò che dicevo prima, la mia vita è un arricchimento continuo ed è per questo vivo le cose che mi danno stimoli diversi e che mi consentono di vedere di continuo le cose con occhi nuovi”.

Uno chef fatalista?

“Esattamente”.

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