Ferrara accende la magia: l’albero illumina la Cattedrale – VIDEO
L’albero si è acceso, come da tradizione, nel pomeriggio dell'8 dicembre alle ore 17 davanti alla Cattedrale. La città inaugura il Natale
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Ci sarà un ferrarese alla notte degli Oscar. Fred Kudjo Kuwornu porterà il suo documentario We Were Here – The Untold History of Black Africans in Renaissance Europe
"Free Gaza", "Palestina libera". In concomitanza con l'accensione dell'albero di Natale a Ferrara, davanti alla cattedrale, gli attivisti di Ferrara per al Palestina hanno voluto "accendere le luci" anche sulla Striscia ricordando che "non c'è Natale finché cadono bombe"
La sala dell'Oratorio San Crispino della Libraccio, nel tardo pomeriggio di martedì 2 dicembre, era piena di volti che quella storia l'hanno fatta davvero. A presentare "Corso Italia 25. La Cgil raccontata da dentro" di Gaetano Sateriale - per oltre trent'anni dirigente sindacale e poi sindaco di Ferrara - c'erano Sergio Cofferati e, in collegamento, Valeria Fedeli, Gianni Cuperlo, Pierangelo Albini moderati dal giornalista Massimo Mascini. Un dialogo fitto, spesso ironico, ma attraversato da una domanda molto seria: che cosa resta oggi di quel sindacato che ha segnato la storia italiana del secondo Novecento?
È stato avviato un nuovo servizio di ambulatori di Chirurgia Vascolare negli ospedali di Cento, Lagosanto e Argenta
di Davide Soattin
Dopo i successi degli anni passati, grazie alla collaborazione e all’accordo tra Amsef, Pazzi e l’Università degli Studi di Ferrara, si rinnova l’appuntamento con la settima edizione del ciclo di seminari ‘Uno sguardo al cielo’ che, in cartellone tra ottobre e febbraio, avrà come intento esplicito quello di offrire sostegno alle persone che hanno difficoltà a superare il dolore causato da una perdita e avviare nel contempo un percorso di avvicinamento all’elaborazione del lutto rivolto alla cittadinanza più ampia.
“Da diverso tempo, con le agenzie di pompe funebri del territorio – ha raccontato la professoressa di Unife, Paola Bastianoni – abbiamo iniziato un discorso e una comunicazione nei confronti della cittadinanza, insieme ad una serie di servizi specifici per sostenere le persone che vivono complicati momenti di lutto e quelle che le devono sostenere in queste occasioni. Il nostro è un progetto culturale che ha come punto principale il parlare della morte in diversi contesti, con diverse prospettive che possono spaziare dall’ambito artistico a ricorrenze significative, grazie alla comunicazione, a rassegne teatrali, presentazioni di libri e laboratori specifici”.
“Quest’anno abbiamo deciso di concentrarci sulla figura del necroforo – ha poi proseguito la docente -, una figura stigmatizzata di cui se ne vuole parlare poco, e di cui ognuno di noi possiede una visione totalmente differente rispetto a quella che può avere un’altra persona. E proprio a questo proposito abbiamo lavorato sulla rappresentazione che la cittadinanza ferrarese ha di questo mestiere, realizzando una serie di interviste brevi che ci hanno permesso di addentrarci meglio in questa professione”.
Ad aprire l’edizione annuale del progetto culturale, che vedrà in programma anche un convegno (sabato 1 dicembre) e la presentazione del libro ‘Il sogno dell’eternità. Il necroforo tra imprevedibilità e rito’ (venerdì 22 febbraio), l’installazione artistica ‘Camminare insieme sui passi del riposo’ dell’esperto Giordano Pariti che, inaugurata alla galleria d’arte Fabula Fine Art, rimarrà aperta fino a giovedì 11 ottobre, con l’obiettivo di fornire un percorso e un’esperienza visuale ai visitatori sulle caratteristiche di questa discussa professione, sospesa tra superstizione, luoghi comuni, rischi e difficoltà da cui è difficile distaccarsi ancora oggi.
“Quello del necroforo è un lavoro che oggigiorno rischia di diventare asettico – ha sottolineato l’artista -, poiché si è persa quella ritualità che una volta permetteva di avere un contatto con le persone che vivevano il lutto. Ora invece, spesso e volentieri, chi esercita questa professione corre il pericolo di essere totalmente staccato dal coinvolgimento emotivo del momento. Ho deciso di basare la mia installazione su una serie di barattoli, simbolo di vicinanza sociale, partendo dal primo recipiente che contiene delle ceneri e su cui sopra sono stampati tutti i nomi con cui era usuale chiamare gli addetti alle sepolture nel corso della storia, per finire con uno totalmente vuoto, seguendo così una progressiva degradazione, leggibile secondo diverse interpretazioni, che starebbe a significare l’evoluzione dei rapporti tra operatori funebri e famigliari dei defunti”.
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