Attualità
23 Settembre 2018
Funamboli e rosari, ecco la 12ª edizione. Premio a Behrouz Boochani, ospiti anche Paolo Giordano e Gad Lerner

Internazionale dai “testimoni scomodi” alle “radici dell’intolleranza”

di Elisa Fornasini | 3 min

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Migranti, razzismo, femminismo, politica italiana e internazionale ma anche tecnologia, finanza, discriminazioni lgbt, globalizzazione e nazionalismi. Sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati alla dodicesima edizione del festival di Internazionale a Ferrara che si terrà da venerdì 5 a domenica 7 ottobre nel centro storico estense.

Svelato il programma dei 112 incontri, 12 laboratori per bambini, otto documentari, altrettanti audiodocumentari e cinque mostre che porteranno in città scrittori, giornalisti, studiosi, registi e fotografi di tutto il mondo per confrontarsi sui temi più attuali e spinosi, che l’anno scorso hanno catturato l’attenzione di 76mila persone

Tra gli ospiti spiccano i nomi di Paolo Giordano (scrittore e fisico italiano che ha vinto il premio Strega con La solitudine dei numeri primi) che venerdì alle 15.30 al Dipartimento di Economia spiegherà il legame tra scienza e letteratura, e del romanziere inglese Hanif Kureishi, ospite di due incontri (sabato alle 21 al teatro Nuovo e domenica alle 14 al teatro Comunale) su come raccontare le contraddizioni del proprio tempo in maniera anticonformista e irriverente. 

C’è già attesa per la consegna del premio Anna Politkovskaja (venerdì alle 10) che quest’anno verrà conferito al “testimone scomodo” Behrouz Boochaniscrittore, giornalista e regista curdo iraniano, detenuto dal 2013 nel centro australiano per migranti sull’isola di Manus, in Papua Nuova Guinea, dove racconta le condizioni di vita ne “L’isola prigione”, il film girato in segreto con un cellulare nella struttura tra gabbie, filo spinato, muri altissimi, porte elettroniche e telecamere di sorveglianza. Dato che Boochani non può lasciare Manus, alla cerimonia di premiazione parteciperà Omid Tofighian, il traduttore del suo libro No friend but the mountains.

Il festival di Internazionale avrà un’anteprima già il 4 ottobre alle 20.30 al cinema Boldini con la proiezione del documentario “La strada dei Samouni” di Stefano Savona e ambientato nella periferia di Gaza.

Da venerdì la piazza sarà tutta per Gipi, autore di fumetti e regista, che sotto la cattedrale dalle 9.30 inizierà a leggere i nomi delle trentamila persone morte dal 1993 a oggi nel viaggio verso l’Europa in un tragico rosario “Fino a quando resisto”.

Performance di tutt’altro tipo per il funambolo e videomaker Alex D’Emilia che sabato e domenica, alle 16.30, sarà “Con la testa tra le nuvole” in una passeggiata sul filo tra le torri del Castello.

 Subito si parlerà anche di politica, ma senza politici: alle 12 al teatro Comunale c’è “L’Italia s’è destra“, un confronto tra Inoslav Bešker (Jutarnji List), Anne Branbergen (De Groene Amsterdammer), Michael Braun (Die Tageszeitung) e David Broder (storico britannico) sul “perché il nuovo bipolarismo italiano non prevede la sinistra“. 

 Tra i dibattiti politici, c’è da segnalare quello di sabato alle 15 al teatro Nuovo su “La dinamica autoritaria: intolleranza, sfiducia e voglia di leader forti. Per disinnescare l’autoritarismo bisogna prima affrontare le disuguaglianze” alla presenza di Fabrizio Barca del Forum disuguaglianze diversità, Rachel Donadio di The Atlantic e Elly Schlein, europarlamentare.

Il “movimento femminista è tornato e vuole cambiare il mondo” e si farà sentire venerdì alle 21 al Comunale con Marta Dillon, Ni una menos, Marta Lempart, attivista e femminista polacca, Katha Pollitt, giornalista statunitense e Rafia Zakaria, giornalista pachistana.

La “vita delle persone lgbt nel mondo tra difficoltà e discriminazione, ma anche dialogo ed empatia” sarà “Lo stesso amore” che si vivrà sabato alle 10.30 all’Apollo.

Domenica mattina si preannuncia una coda infinita verso il Comunale dove l’incontro “Italiani, brava gente” richiamerà Pape Diaw, attivista senegalese, Gad Lerner, giornalista e Aboubakar Soumahoro, sindacalista italoivoriano per riflettere “Da Macerata a Firenze, alle radici dell’intolleranza razzista“. 

E il pomeriggio non sarà da meno: sul palco del Comunale, alle 16.30, saliranno Rana Dasgupta, scrittore e saggista britannico, Slavenka Drakulić, scrittrice e saggista croata, Ulrike Guérot, politologa tedesca
e Martin Pollack, scrittore e giornalista austriaco in “Lo stato finzione. Dopo decenni di globalizzazione il nostro sistema politico è diventato obsoleto. Il risorgere dei nazionalismi è un segno del suo declino irreversibile “. 

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