Politica
8 Settembre 2018
Fine dell'idillio tra esecutivo e associazioni: fondo di ristoro posticipato a gennaio e per il 2018 rimborsi solo a chi ha vinto i ricorsi con l'arbitrato

Carife, azzerati delusi dal “governo del cambiamento”

di Ruggero Veronese | 3 min

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“Dopo tante promesse, il governo del cambiamento ha partorito un topolino”. Per Katia Furegatti dell’associazione Risparmiatori Azzerati Carife, quella di ieri (7 settembre) è stata “la giornata della grande delusione. Nutrivamo molto speranze, ma se queste sono le premesse allora bisogna azzerare anche questo esecutivo”.

Parole che fanno sembrare un lontano ricordo la conferenza stampa di presentazione del premier Conte al fianco degli azzerati, o anche solo l’incontro del 24 luglio tra le associazioni e i sottosegretari al ministero dello Sviluppo Economico. Dopo la fase delle dichiarazioni, per il governo è infatti arrivato il momento di passare ai fatti. E l’idillio elettorale coi risparmiatori potrebbe arrivare a un veloce capolinea.

I rimborsi infatti non saranno né rapidi né totali, almeno a giudicare dall’emendamento al decreto Milleproroghe proposto dal Movimento 5 Stelle e approvato venerdì alla Camera. Che prevede di posticipare a gennaio 2019 (da ottobre 2018) la pubblicazione del regolamento del Fondo di Ristoro, mentre nel frattempo saranno rimborsati solo i risparmiatori che hanno avuto una sentenza favorevole da parte dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie (Acf, che disporrà dei 25 milioni precedentemente stanziati dal Pd nel fondo di ristoro), e solo per il 30% di quanto perso.

“Uno specchietto per le allodole che peggiora la condizione drammatica di 32mila ferraresi”, taglia corto Furegatti, secondo cui il governo si è “rimangiato quanto ci aveva assicurato al ministero il 24 luglio, visto che in quella sede non si era mai parlato dell’Acf. Anzi ci era stato detto che tutti sarebbero stati rimborsati e che le risorse erano già pronte, occorreva soltanto trovare una modalità per erogarle. Invece stanno di nuovo prendendo tempo e nel frattempo ai risparmiatori che hanno perso tutto lasciano le briciole, senza contare che creano una distinzione tra gli azzerati”.

Una distinzione tra chi ha fatto ricorso all’Acf e chi ha scelto altre strade per ottenere i rimborsi. Infatti solo una piccola platea di risparmiatori ha optato per la prima opzione, mentre molti altri hanno preferito costituirsi come parti civili nei processi penali o hanno dato vita a cause civili indipendenti. Opzioni che non escludevano anche la possibilità di portare avanti in parallelo un ricorso all’Acf, che tuttavia è rimasta una strada poco battuta: “Nella nostra associazione solo una quota marginale ha scelto quel percorso – spiega Furegatti -, anche perché molti aspettavano di vedere l’esito dei ricorsi già partiti, prima di provarci di persona”.

Insomma: anche per il 2018, una quota consistente di ex azionisti di Carife resterà con un pugno di mosche in mano. E l’associazione ferrarese lancia un appello “rivolto a tutti i parlamentari ferraresi di tutti i partiti. Ci aspettiamo che il Pd faccia di più e abbiamo in programma incontri con i loro rappresentanti, mentre domenica scorsa abbiamo incontrato Giorgia Meloni a Ferrara. Vogliamo che tutti prendano una posizione netta”. Unico partito al momento ancora assente dai radar, secondo Furegatti, è la Lega Nord: “Siamo da tempo in contatto con Alan Fabbri e coi parlamentari leghisti, che ci avevano assicurato in prima persona che avrebbero risolto il problema una volta al governo. Quello che posso dire è che ad oggi, dopo la formazione dell’esecutivo, non sono ancora riuscita ad avere un appuntamento con loro. Speravamo molto in questo governo e per questo oggi la delusione è doppia, ma non ci abbattiamo e continueremo la nostra battaglia”.

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