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31 Agosto 2018

Arrivano i ‘bonus’ per i direttori delle aziende sanitarie

di Redazione | 2 min

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L’Azienda ospedaliero universitaria di Ferrara ha raggiunto i propri obiettivi al 90%, l’Ausl si è fermata all’89%. Lo dice la delibera della Giunta regionale (la 1336 del 2 agosto) che stabilisce anche i ‘bonus’ che spettano ai direttori generali delle aziende sanitarie dell’Emilia Romagna per il lavoro svolto nel 2017.

Tradotto, significa che al direttore generale dell’Ausl, Claudio Vagnini, spetta un compenso aggiuntivo pari all’8,9% della sua retribuzione annua massima, mentre al direttore del Sant’Anna, Tiziano Carradori, spetta una quota pari al 9%.

E proprio di quest’ultimo si conosce con precisione il valore della retribuzione aggiuntiva: 13.072 euro, come stabilito nella delibera pubblica sull’albo pretorio del Sant’Anna il 31 agosto.. Ma il bonus non arriva solo per il direttore generale, a percepirlo, sempre nella misura del 9% del trattamento complessivo, sono il direttore sanitario Eugenio Di Ruscio e il direttore amministrativo Savino Iacoviello: per entrambi sono stati liquidati 10.458 euro.

L’Ausl, al momento in cui scriviamo, non ha ancora adottato l’atto che liquida i compensi aggiuntivi ai propri direttori.

La Regione Emilia Romagna negli ultimi anni ha ridotto l’ammontare di tali ‘bonus’, riducendoli al limite massimo del 10% della retribuzione annua complessiva dei direttori, contro il 20% a cui potrebbe arrivare secondo la legge in vigore dal 1995.

Sulla questione interviene Aldo Ferrante, portavoce del Comitato vittime della pubblica amministrazione. “I cittadini (amministrati dalle due aziende) percepiscono questo compenso aggiuntivo come meritato o dovuto? – si chiede Ferrante -. Mentre viene erogato questo contributo, si è portati a pensare all’allungamento dei tempi di attesa per le prestazioni specialistiche e strumentali, alla riduzione dei posti letto, allo spostamento in altre sedi di servizi e/o prestazioni mediche, alla chiusura di ospedali, all’obbligato ricorso alla sanità privata per avere prestazioni in tempi accettabili, ecc.. In un momento di crisi economica, in cui le disponibilità finanziarie, come tutti sanno, sono sempre più ridotte, in cui solo ‘gli amministrati’ fanno sacrifici, questo contributo rafforza nei cittadini il senso di sfiducia ed alimenta la disaffezione nei confronti della sanità pubblica. I dirigenti sopra citati sono pagati con stipendi di tutto rispetto. Se li si voleva ringraziare per l’attività svolta, bastava fargli un encomio sui quotidiani”.

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