Attualità
21 Agosto 2018
Gazze, cornacchie e ghiandaie vengono esaminate per valutare la diffusione del virus, ma le incursioni notturne degli animalisti complicano i piani di prevenzione

West Nile, è allarme per la liberazione degli uccelli ‘spia’

di Ruggero Veronese | 2 min

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Mentre sul territorio cresce l’allerta sul fenomeno West Nile, con due nuovi contagi nelle ultime ore, chi si occupa di prevenzione si trova anche a che fare con ostacoli imprevisti e di diversa natura. L’ultimo allarme è quello lanciato in mattinata dal dirigente della polizia provinciale Claudio Castagnoli, che lancia un appello diretto in particolare al mondo animalista. Nelle ultime settimane infatti sono stati liberati numerosi uccelli dalle gabbie dell’istituto Zooprofilattico di Cassana, dove i volatili vengono analizzati per monitorare la diffusione del virus West Nile e di altri patogeni.

A fornire indicazioni utili agli enti sanitari sono infatti soprattutto i corvidi, come gazze, cornacchie e ghiandaie, tra i principali vettori del virus West Nile. “Ma anche ieri sera – racconta oggi Castagnoli – hanno liberato le gazze che avevamo catturato”. A segnalare il misfatto alla polizia provinciale sono stati i coadiutori, cacciatori volontari che catturano e consegnano all’istituto Zooprofilattico i volatili necessari al monitoraggio. Un intervento attuato sulla base di uno specifico piano deliberato dalla Giunta regionale e nell’ambito di un apposito monitoraggio sanitario, per il quale i coadiutori si mettono a disposizione, utilizzando gabbie grandi per catturare le cornacchie e più piccole per le gazze ladre e le ghiandaie.

“Perciò – continua il comandante Castagnoli – il danno provocato da chi libera gli uccelli catturati, e talvolta anche distruggendo le gabbie, è grave, perché ostacola una ricerca e un monitoraggio assolutamente indispensabili per la salute di tutti e pertanto rinnovo l’appello – conclude – a nome di quanti sono impegnati in questa importante attività a non ostacolarne e rallentarne lo svolgimento”.

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