Cari Ferraresi,
Ho visitato di recente la vostra città. Io abito nelle montagne bolognesi ma mia cugina vive a Ferrara e spesso la vengo a trovare. Mancavo da tempo, a Ferrara. Non me la ricordavo così grigia. Nell’aria c’era una forte tensione. Paura ecco cosa.
Ho chiesto a mia cugina e questa mi ha raccontato a grandi linee la situazione della zona vicina alla Stazione e ai grattacieli.
Ferraresi, chi vi scrive questa lettera è una ragazza che forse parla così perché indossa le lenti dei vent’anni e parla perché vede tutto con la luce dell’ottimismo. I vostri problemi sono legittimi e siete liberi di eleggere chi volete se credete che possano risolverli. Ma vi prego, ricordatevi che dall’altra parte ci sono persone, non delle incrostazioni di calcare.
Siate umani, quella è gente che ha rischiato la vita per venire qua, che è scappata alla malavita locale per finire nelle mani della nostra.
Siate umani, fate delle ronde per parlare con questa gente invece di farle per chiamare la polizia.
Siate umani, non nel nome di una religione ma in nome dell’essere umano che vi sta di fronte.
E soprattutto, perdonate la mia firma con solo le iniziali, ma dopo il caso del ragazzo linciato sui social perché ha detto la frase dell’addetta di Trenord, non mi sento sicura.
Grazie
A. M.