Lettere al Direttore
11 Agosto 2018

La triste sorte di chi lavora

di Redazione | 2 min

La triste sorte di chi cerca lavoro e la propria dignità all’interno della società. I morti sul lavoro nel primo semestre 2018 sono 469. Un numero impressionante di persone che lavorano per portare avanti le famiglie e avere una vita dignitosa, invece trovano la propria tomba.

Carichi di lavoro aumentati, pretese sempre più alte da parte dei padroni a fronte di salari anche ridotti. Tantissimi ambienti di lavoro che non seguono le disposizioni sui temi della prevenzione e protezione dagli incidenti che sistematicamente creano delle vittime. Imprenditori che cercano solo profitto senza dare in cambio altro.

Mafia e caporalato sono il cancro della nostra società. Il caporalato non è un problema delle campagne del Sud Italia ma di tutta la nazione. Parlando nello specifico delle campagne ferraresi, tantissimi sono i lavoratori stagionali che sono sotto direzione del caporalato. Lavoratori che percorrono centinaia di chilometri per raggiungere le nostre campagne, ricevono come salario il minimo sindacale ed una parte di questa la devono versare al caporale.

Lo scontro politico di questi giorni, a seguito dei 16 migranti morti in due incidenti in Puglia, fa solamente ridere, si usa un tragico evento per rilasciare dichiarazioni, da una parte e dall’altra, di come combattere il caporalato e quali misure mettere in campo, ma solo per cercare consensi politici. Si fanno riferimenti a leggi fatte ma che non hanno sortito effetti.

Le ramificazioni sono ovunque e se non si pone fine con una vera politica di stato, quando dico stato mi riferisco ad una legge che trovi il consenso di tutte le forze politiche e dei sindacati per debellare la mafia ed il caporalato, che oramai, sono sotto casa.

Cordiali saluti

Segretario Prc di Portomaggiore
Giovanni Tavassi

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