Politica
9 Agosto 2018
Fusari: "Un precedente gravissimo, siamo tutti sul piede di guerra". Per Ferrara erano stati già stanziati 18 milioni di euro

Governo blocca il Piano Periferie, addio al progetto Darsena-ex Mof-Meis?

di Ruggero Veronese | 4 min

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La notizia arriva da Roma come una doccia fredda: il governo si prepara a congelare per i prossimi due anni 2,1 miliardi di euro, già stanziati a 96 Comuni italiani che nell’estate del 2016 avevano partecipato con successo al bando per il ‘Piano Periferie’ del governo Renzi. Tra questi 96 Comuni c’è anche Ferrara, a cui erano stati assegnati 18 milioni di euro per coprire le spese del progetto ‘Nuovo Quartiere’ nell’area tra via Darsena e l’ex Mof, che prevede anche un importante investimento per il Meis. Oggi l’intero piano di riqualificazione (sul quale sono già al lavoro otto studi di progettazione, che a settembre presenteranno i risultati di un anno e mezzo di lavoro) cade nella più completa incertezza: “Il rischio che possa saltare l’intero piano è molto concreto – conferma l’assessore all’urbanistica Roberta Fusari a Estense.com -. È una decisione che non trova alcuna spiegazione, se non la volontà politica del governo di fermare i progetti“.

E in effetti è davvero difficile trovare un precedente del genere: risorse già stanziate dal governo centrale che vengono a mancare da un giorno all’altro, col rischio di mandare a monte due anni di programmazione in 96 Comuni italiani che nel frattempo si sono vincolati a imprese e studi tecnici. Ma questa è stata la decisione del Senato, che ha approvato l’emendamento 13.2 inserito dal governo nel decreto Milleproroghe. Se lo stesso testo senza modifiche passerà anche alla Camera, il blocco dei 2,1 miliardi già stanziati sarà realtà.

Il giorno successivo i Comuni sono in rivolta. “Siamo tutti sul piede di guerra – conferma l’assessore Fusari – e l’Anci (Associazione dei Comuni Italiani, ndr) si è già attrezzata per capire la situazione. Quando un governo firma una convenzione e stanzia delle risorse, significa che ha già quei soldi disponibili in cassa e a quel punto ci sono tempistiche e rendicontazioni che devono essere rispettate. Più o meno tutte le 96 città sono nella fase di presentazione dei progetti, con scadenza tra agosto e settembre, e anche noi entro fine mese avremo tutti i progetti che abbiamo assegnato a otto studi. A settembre dovevamo far partire gli appalti e i lavori. Quindi la situazione in cui ci siamo ritrovati oggi è di assoluta incertezza e stiamo tutti cercando di capire come è stato possibile per il governo togliere quei soldi”.

Al centro, l’assessore all’urbanistica Roberta Fusari

Un dubbio che Fusari si pone sia dal punto di vista tecnico (“credo ci siano le condizioni per fare ricorso al Tar“), sia dal punto di vista politico, dal momento che “stiamo parlando del Piano Periferie, cioè di risorse stanziate per combattere il degrado, una questione su cui i partiti al governo hanno sempre spinto molto. Nel progetto abbiamo inserito percorsi di attivazione, temi come la partecipazione pubblica e sociale alla vita e alle decisioni del quartiere. Erano stati anche questi elementi a essere premiati”. Ma è possibile che il governo sia nelle condizioni di dover trovare coperture economiche per le politiche promesse in campagna elettorale? “Se così fosse, hanno scelto la coperta sbagliata – risponde l’assessore -. In questo modo si crea un precedente gravissimo nel rapporto tra i Comuni e lo Stato centrale, che viola impegni per cui sono già state stanziate risorse”.

Quali sarebbero le conseguenze se il ‘Milleproroghe’ dovesse passare alla Camera senza modifica? “Senz’altro entreremmo in una fase di stand-by dell’intero progetto – afferma Fusari -. Qui si inserisce il tema della chiarezza, perché bisogna capire cosa e per quanto tempo viene bloccato. Noi siamo già pronti ad andare in gara, ma ora ci devono dire quando potremo partire. C’è il rischio concreto che salti l’intero progetto, ma noi abbiamo già otto studi di progettazione al lavoro che naturalmente devono essere pagati e ora quei soldi, da qualche parte, li dobbiamo tirare fuori noi. Col rischio di aver fatto lavorare i progettisti a vuoto ed essere chiamati a rispondere di questo dalla Corte dei Conti. Spero e mi auguro che in questo momento in cui tutti stiamo chiedendo chiarezza, arrivi una spiegazione logica, con un senso, e possibilmente che venga corretto ciò che è necessario”. Nel frattempo l’intero progetto di riqualificazione ex Mof – via Darsena entra in una fase di stallo.

Nelle slide sottostanti, il progetto di riqualificazione per come era stato presentato alla stampa lo scorso marzo.

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