di Simone Pesci
La corsa alle elezioni Amministrative in programma nel 2019 a Ferrara ha già avuto inizio e ‘nuovi-vecchi partiti’ si riaffacciano alla finestra. Dopo 25 anni, torna sulla piazza politica estense la Dc, pardon la “Nuova Democrazia Cristiana”, con una lista che si affiancherà al centro destra.
Quello che torna alla vita sarà un “progetto civico, aperto a tutti” annuncia Andrea Rossi, che si affretta a sottolineare che “bisogna ripartire da zero, con metodi nuovi e persone con esperienza diversa rispetto a quelle che ci sono state fino adesso. Il nostro intento? Fare da collante al centro destra, cercare di unire e smussare le divisioni, stringendo i legami perché solo con l’unità possiamo creare un’alternanza politica a Ferrara”.
La rinascita della Dc è un “evento storico”, come lo definisce Giuseppe Toscano, che comunque si dice anche conscio del fatto che “non presumiamo di rappresentare tutti i cattolici”. Anche se, certamente, si ripartirà dai valori che hanno caratterizzato il partito nel secolo scorso, fatta eccezione del simbolo: via lo scudo rosso e la scritta Libertas, che fa spazio a un fiore bianco. “E’ il simbolo della speranza – spiega Toscano – perché oggi tanti valori sono andati persi e uno di quelli è proprio la libertà che dobbiamo riconquistare. I partiti hanno anche perso il valore dell’etica e tenteremo di mandare a casa chi spadroneggia da 70 anni”.
Il primo punto dell’agenda politica su cui lavorerà la Nuova Dc, anticipa Toscano, riguarderà l’ambito sanitario: “Così com’è la struttura sanitaria mette al centro il medico di base, noi vogliamo che siano rimessi al centro il malato e le famiglie”.
Poi ci sarà da affrontare il problema di una città in difficoltà “per la vicenda Carife, le cui responsabilità della sinistra sono duplici” e il quartiere più caldo del momento, quella zona Gad che “è degradata dallo spaccio e dove si lasciano a dormire le paratie in mezzo alla strada dello stadio della Spal”.
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