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25 Luglio 2018
L'attrice inglese ha ricevuto il riconoscimento alla carriera coronando una carriera ricca di successi

Vanessa Redgrave: una ‘leonessa’ d’oro a Venezia

di Redazione | 3 min

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Ogni anno la Biennale del Cinema di Venezia assegna due Leoni d’Oro alla carriera: ad un regista e ad un attore o un’attrice. Dopo il Leone destinato ad un regista, dunque, com’è noto attribuito a David Cronenberg, è stato deciso di offrire ad una vera ‘leonessa’ del palcoscenico l’altro: si tratta della very british Vanessa Redgrave, figlia d’arte, peraltro – suo padre fu il grande Sir Michael Redgrave, giovanissimo attore ‘anche’ per un giovane Hitchcock – che, molto legata all’Italia dove ha lavorato parecchio, si è dichiarata “sbalordita e straordinariamente felice di sapere che sarò premiata col Leone d’oro alla carriera dalla Mostra di Venezia… Grazie infinite cara Mostra!”.

Entusiasta anche Alberto Barbera, direttore della Mostra: “La Redgrave è un’attrice sensibile e capace di infinite sfumature, interprete ideale di personaggi complessi e non di rado controversi… Dotata di naturale eleganza, innata forza di seduzione e di uno straordinario talento, è potuta passare con disinvoltura dal cinema d’autore europeo alle fastose produzioni hollywoodiane, dalle tavole del palcoscenico alle produzioni televisive, offrendo ogni volta risultati di assoluta eccellenza… in sessant’anni di attività…di una personalità umana e artistica ricca di audacia e combattività”.

La Redgrave è stata sei volte candidata all’Oscar (vinto nel 1977 con Giulia, un ottimo biopic di Fred Zinnemann, duettando con un’altra leonessa d’oltreoceano, Jane Fonda) e poi Coppa Volpi a Venezia nel 1994 per Little Odessa del 1994, di J.Gray. Attrice da cinema d’Autore internazionale, è attiva anche in campo teatrale: ha vinto un Tony Award ed un Olivier Award come migliore attrice.

Nata a Londra nel 1937, ha studiato recitazione alla London’s Central School of Music and Dance. La sua famiglia, come si diceva, ha una lunga e gloriosa tradizione di cinema e teatro. Il nonno paterno, Roy Redgrave, è uno dei più famosi attori del muto australiano. Il padre, Michael, e la madre, Rachel Kempson, sono stati anche attori shakespeariani, membri dell’Old Vic Theatre.

Ha esordito sul grande schermo accanto al padre nel 1958 nella commedia Dietro la maschera. Poi si dedica solo al teatro, entrando nella Stratford-upon-Avon Theatre Company. Conosce così il regista Tony Richardson, che nei primi anni ’60 diventa suo marito e la guida in rappresentazioni shakespeariane. Nel 1966 la Redgrave torna al grande schermo con il free cinema grazie a Morgan matto da legare, di Karel Reisz, che le vale il premio di miglior attrice a Cannes e la prima nomination all’Oscar. Ma ciò che la consacra attrice internazionale – au rebours – è l’interpretazione, sempre nel 1966, di Blow-up di Michelangelo Antonioni: il tema dell’incomunicabilità, a lui così caro, trova in Vanessa una perfetta performer, lei che si esprime quasi senza parlare. La sua carriera è proseguita poi con molti successi sempre internazionali.

Fra i suoi lavori più recenti, nel 2018 ha interpretato The Aspern Papers di Julian Landais con Jonathan Rhys Meyers e la figlia Joely Richardson; Mrs Lowry & Son di Adrian Noble con Timothy Spall; Georgetown di Christoph Waltz con Annette Bening. Nel 2017 ha diretto e interpretato Sea Sorrow con Ralph Fiennes ed Emma Thompson (produttore, Carlo Nero) e ha recitato in The Inheritance di Matthew Lopez allo Young Vic Theatre, prodotto da Sonia Friedman e diretto da Stephen Daldry.

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