di Giuseppe Malatesta
Mesola. Il castello Estense di Mesola riapre i battenti dopo i lavori che hanno interessato il pian terreno, finanziati dai fondi del progetto del ‘Ducato Estense’, rinnovato in dotazioni e impianti ma non nella sua immutabile bellezza. La cerimonia inaugurale ha messo insieme gli entusiasmi di Comune, Provincia, Regione e Ministero dei Beni Culturali, i soggetti che hanno reso possibile la conclusione del primo intervento finanziato nell’ambito del progetto interprovinciale.
Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Lucca, queste le province interessate dall’investimento di 70 milioni complessivi destinati al restauro e alla riqualificazione delle delizie degli Este. Mesola, nello specifico, ha realizzato interventi per complessivi 700 mila euro, tra l’altro in tempi brevissimi che nell’epoca della burocrazia lumaca fanno notizia e costituiscono motivo di orgoglio per l’amministrazione Comunale.
“Ora la sfida – commenta il sindaco Gianni Padovani – è mettere a frutto le potenzialità del Castello, come sede di mostre ed eventi, come fulcro dell’attività culturale del Delta. Dopo la sua designazione a sede del Coordinamento Mab Unesco puntiamo a rafforzarne ulteriormente la sua immagine e la sua importanza nel territorio”. Accanto a Padovani, in rappresentanza del Segretariato Regionale del MiBact per l’Emilia Romagna, la direttrice Sabina Magrini, fondamentale trade d’union nell’operazione.
Oggetto di intervento, come si è detto, sono i locali al piano terra dell’imponente castello, interessati da lavori di ripulitura dei piccoli ritocchi isolati eseguiti nell’ultimo mezzo secolo, dall’istallazione di un sistema all’avanguardia di video sorveglianza, da un nuovo impianto antincendio, dall’abbattimento delle barriere architettoniche, dalla realizzazione di nuovi servizi igienici e dal restyling di biglietteria e ingresso. Lavori illustrati dagli architetti mantovani Stefano Cornacchini, Ilaria Bizzo e Riccardo Bertazzoni dello Studio Bc, vincitori del bando ministeriale. “Non abbiam dovuto aggiungere nulla a qualcosa di così bello” sottolinea Cornacchini.
“Quanto realizzato dà il senso di un impegno collettivo, interprovinciale, volto alla scoperta di quelle peculiarità che vanno oltre le attrazioni delle città d’arte o del balneare. Inserito nel Parco del Delta, il Castello di Mesola – sostiene il vice presidente della Provincia Andrea Marchi – ha tutte le carte in regola per stanziarsi come faro di attrazione per le località circostanti, a dimostrazione che anche i territori meno blasonati per i grandi flussi turistici posso esprimere un’idea di turismo vincente e del tutto nuova”.
A credere nel “ruolo da protagonista e di traino” del castello mesolano è anche Marcella Zappaterra, consigliere regionale che porta i saluti del Governatore e celebra “la posa della prima pietra dell’ambizioso progetto del Ducato Estense e del suo obiettivo di contribuire al consolidamento delle città d’arte regionali, anche attraverso interventi molto importanti su una rete di emergenze architettoniche e artistiche. Questo – aggiunge Zappaterra – è per me un luogo del cuore e mi piace immaginare che nel futuro Parco Unico possa trovare davvero una sua vocazione e ricoprire un ruolo di primaria importanza all’interno di un sistema turistico regionale sempre più competitivo”.
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