Lettere al Direttore
20 Luglio 2018

Per il turismo a Ferrara, pensare, fare e cooperare

di Redazione | 5 min

Gentile Direttore,

prima di tutto vorrei fosse chiaro che non ho mai pensato al turismo come l’unica soluzione ai problemi economici, occupazionali e di reddito della città di Ferrara e del suo territorio. Ciò premesso ritengo l’economia del turismo uno dei motori essenziali dello sviluppo per la nazione nella quale viviamo e per città che, come Ferrara situate all’interno di contesti paesaggistici di pregio quale è il Delta del Fiume Po, possiedono un patrimonio d’arte cultura di rilevanza internazionale. Pertanto se Ferrara da dieci anni vive una sostanziale stagnazione degli arrivi e delle presenze turistiche in netta controtendenza rispetto al più generale aumento, spesso a due cifre, del movimento turistico diretto verso le città d’arte italiane, questo non entusiasmante dato meriterebbe un di più di analisi e un lavoro comune di istituzioni, operatori economici, associazionismo per individuare rapidamente delle proposte percorribili e delle soluzioni credibili.

Vorrei che dato l’incipiente inizio della nuova stagione turistica autunnale vi fossero occasioni per affrontare il problema e agire di conseguenza. Per questo scrivo nella speranza di suscitare discussione e trovare in più direzioni comunione d’intenti.

Sono convinto che per rilanciare la visibilità della nostra città e delle sue indiscutibili meraviglie occorra una politica condivisa ed aggressiva, il male è profondo, estirparlo non può che essere costoso in termini di scelte ed oneri, vi sono costumi vecchi e controproducenti da estirpare, non c’è una cultura diffusa dell’accoglienza e vige una mentalità strampalata per cui Ferrara, per qualche inspiegabile ragione dovrebbe essere una città fuori dalle grandi rotte turistiche quando è autoevidente che essere collocati a metà strada tra Venezia e Firenze ed al centro di un perimetro costituito da Colli Euganei, Lago di Garda, Riviera Adriatica, Bologna, Ravenna, Padova, Mantova, Verona dimostra senza possibilità di ulteriore approfondimento, esattamente il contrario.

A Ferrara ci sono eccellenze come Ferrara Arte e Il Castello Estense che in questi anni hanno dimostrato come sia possibile una oculata gestione del patrimonio culturale. Dopo il terremoto del 2012 se non ci fosse stata l’incessante produzione di eventi capaci di attrarre turismo e l’uso intelligente e qualificato di grandi contenitori come Palazzo dei Diamanti ed il Castello Estense saremmo precipitati in una crisi senza ritorno.

Tra l’altro in più occasioni è stata proprio la cooperazione tra enti diversi a rendere possibile la collocazione delle opere delle Gallerie d’Arte Moderna nel Castello Estense oppure la realizzazione di mostre importanti dal punto di vista scientifico e divulgativo come quelle che hanno ridato attenzione all’arte del Seicento ferrarese e al patrimonio dei Civici Musei d’Arte Antica.

A mio avviso il maggiore evento successivo alla bella mostra per i 500 anni della pubblicazione dell’Orlando Furioso è stato l’arrivo in città della poderosa Collezione Cavallini-Sgarbi. L’esperienza personale e diretta è stata quella di un importantissimo reciproco sostegno tra quanto avveniva e sta avvenendo nel Castello Estense e quanto realizzato a Palazzo dei Diamanti da Ferrara Arte. In parole povere senza la mostra delle Collezione Cavallini-Sgarbi in Castello non ci sarebbero stati i lusinghieri numeri raggiunti da Ferrara Arte con la mostra “Arte e Psiche da Previati a Boccioni” e viceversa.

Oggi infatti, la partita si gioca su un mix di promozione virtuale e concretissima, materiale, ricchezza dell’offerta. Il pubblico è esigente, chiede mostre interessanti, musei aperti, patrimonio fruibile. L’esempio delle città d’arte a noi vicine è significativo, Verona, Padova, Ravenna, Bologna, Treviso, per rimanere nell’ambito dei centri paragonabili a Ferrara, lavorano su questo binomio: eventi e fruibilità del patrimonio. A Ferrara per diverse ragioni, economiche in primis ma anche culturali e di mentalità, non riusciamo a produrre e comunicare eventi significativi nel numero necessario e soprattutto, qui è davvero il nodo del problema, non abbiamo un patrimonio fruibile, basti pensare agli orari della maggior parte dei luoghi d’arte e peggio ancora, un vero e proprio dramma, alla condizione di tutte le nostre chiese cittadine, un disastro!

Il duplice esempio della facciata della Cattedrale, scempiata da 26 mesi da impalcature indegne di una città europea, e quello di Palazzo Schifanoia, chiuso a tempo indeterminato, sono la cartina di tornasole di un sistema arte, cultura e turismo in seria difficoltà, nel quale paradossalmente i cantieri, anche quando coinvolgono capolavori e monumenti di valore globale, e questo sono la Basilica Cattedrale e le Delizie Estensi, non diventano opportunità di attrazione turistica come invece normalmente dovrebbe avvenire. Troppo spesso gli eventi o le istituzioni operano in maniera competitiva le une a discapito delle altre. Nelle politiche del turismo questo non è possibile perché vale e funziona il contrario. Eventi, musei, mostre, produzione culturale diffusa, servizi di accoglienza, offerta privata di ristorazione, commercio e ricettività si alimentano vicendevolmente e solo insieme possono vincere.

Oggi, guardando al futuro, per cominciare al prossimo Autunno e al 2019 è necessario provvedere subito con soluzioni economicamente sostenibili nel rendere ricca e fruibile l’offerta turistica della città di Ferrara, il cantiere della Cattedrale deve essere reso accessibile, la facciata della Cattedrale deve tornare leggibile e le eccellenti mostre di Palazzo dei Diamanti devono continuare ad essere sostenute da un contesto vivace ed accogliente, come è avvenuto la Primavera passata con la contemporanea presenza della Collezione Cavallini-Sgarbi nel Castello Estense, per esempio occorre domandare alla Fondazione proprietaria di questo imponente patrimonio d’arte un di più di generosità e la proroga dell’esposizione negli appartamenti ducali nel Castello, magari contribuendo per quanto riguarda la parte pubblica con la realizzazione di nuove iniziative collaterali di grande impatto mediatico come di approfondimento scientifico.

Spero con questa lettera aperta di innescare una discussione utile alla ricerca di soluzioni, Ferrara città d’Arte Cultura e Turismo non può permettersi di reiterare gli errori del passato perché, come dicevo all’inizio, se l’economia del turismo non è la risposta a tutti i nostri problemi è certamente uno dei fattori determinanti lo sviluppo presente e futuro dell’Italia e di Ferrara.

Alessandro Gulinati

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