Eventi e cultura
19 Luglio 2018
Ha lavorato con icone della musica italiana e ha vinto un David di Donatello. Ora è in libreria con "Se ricordi il mio nome"

Da paroliere a scrittrice di romanzi. Vistarini: “Rappresento le vite degli altri”

di Redazione | 3 min

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di Simone Pesci

“Scrivere le canzoni significa scrivere su qualcosa di preciso, perché la musica è una gabbia, è una divisione metrica che si deve rispettare. Scrivere per la televisione è scrivere sapendo chi avrai di fronte, conscio del budget a disposizione e di chi saranno le persone che dovranno portare i concetti al pubblico. Lo scrittore di libri invece è una persona che scrive quello che i lettori non hanno mai provato a scrivere: il mestiere dello scrittore è rappresentare le vite degli altri”.

Se lo dice lei credeteci, perché a pronunciare queste frasi è Carla Vistarini, una che ha passato la vita a scrivere in ogni ambito, da quello musicale – collaboratrice come paroliere di Mina, Caterina Caselli, Mia Martini e tantissime altre icone della musica italiana –, si passa per quello cinematografico ( 1 David di Donatello nel 1995 per la miglior sceneggiatura con il film “Nemici di infanzia”) fino ad arrivare ai libri. Il primo è uscito nel 2015, l’ultimo, dal titolo “Se ricordi il mio nome”, è roba recentissima ed è stato presentato mercoledì sera da Vistarini, insieme a Silvia Bottoni e Leonardo Veronesi, nel giardino creativo di Factory Grisù, nella seconda serata della rassegna letteraria Autori a Corte.

“Quasi citando Hitchcock – esordisce l’autrice – il romanzo è la vita, tolte le cose noiose. Quello che scrivo nasce dalla nostra società, ed è un romanzo avventuroso, un noir; i protagonisti sono un ex barbone e una bambina che avranno tante vicissitudini fino a trovare il loro riscatto nella vita”. Nel libro “c’è una distinzione fra il bene e il male” e se nasce dalle vicende attuali, inevitabile finire con il parlare assieme a Vistarini dei tempi moderni, soprattutto dal punto di vista musicale.

“Tanti – spiega – si ricordano delle canzoni di 10-20-30 anni fa, ma nessuno quella di 6 mesi prima. E questo è un problema, perché la musica è un elemento del racconto della nostra vita, del nostro momento storico, senza contare l’importanza che può avere una canzone per ognuno di noi”.

Una constatazione figlia della società in continua evoluzione, i cui artisti nascono spesso con i molti talent show che passano in tv: “Credo comunque che i talent vadano bene, così come qualsiasi cosa che serva a diffondere cultura e musica in questo momento così dispersivo. Fanno bene anche i film e i libri di serie B, non disprezziamo mai quello che sembra meno artistico”. Fra il serio e il faceto, Vistarini conclude spiazzando tutti: “Il bello non possiamo stabilirlo noi. Anche perché, guardandola bene, la Gioconda vi sembra bella?”.

In precedenza sul palco erano saliti Matteo Pedrini e Giorgia Pizzirani per svelare in anteprima i loro ultimi lavori “Forte e in mezzo” e “La Luna nel parco”, ai quali ha fatto seguito l’ottima Annalena Benini con la sua ultima fatica letteraria intitolata “La scrittura e la vita”.

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