Finanza & Mercati
11 Luglio 2018

Perché è sempre utile confrontare conti deposito

di Redazione | 3 min

La decisione di confrontare conti deposito permette di conoscere le caratteristiche delle diverse soluzioni in cui ci si può imbattere sul mercato e, di conseguenza, i punti di forza e gli eventuali svantaggi di ognuna di esse. L’apertura di un conto deposito è associata ad una serie di elementi caratterizzanti, tra i quali le spese di apertura del conto, le spese di chiusura del conto, il criterio di calcolo degli interessi e il tasso di interesse annuo lordo, senza dimenticare la logica di capitalizzazione degli interessi e le spese di produzione del rendiconto. Altri elementi che meritano di essere presi in considerazione sono le spese per i versamenti e per i prelievi, l’addebito dell’imposta di bollo, la valuta di addebito sul conto dei bonifici in uscita e la valuta di accredito sul conto degli assegni di altre banche.

Come scegliere il conto deposito

Nel momento in cui ci si accinge a fare un confronto tra conti deposito è indispensabile sapere che le condizioni che vengono assicurate ai vari prodotti possono mutare in modo significativo: ci sono istituti di credito, per esempio, che propongono delle condizioni alquanto attraenti con l’intento di conquistare clienti nuovi. Bisogna, pertanto, valutare e prendere in esame soprattutto le condizioni che sono offerte a regime: in caso contrario il pericolo è quello di un conto interessante solo in un primo momento ma poi poco remunerativo a regime.

Come aprire il conto deposito

Non si incontrano difficoltà particolari dal punto di vista dell’apertura del conto deposito: la banca, peraltro, non assume rischi di alcun genere con una soluzione simile, il che vuol dire che non sono necessari processi istruttori, così come non serve un’analisi della storia di credito del soggetto che chiede di aprire il conto. Nel caso in cui ci fossero delle pendenze in corso con un istituto di credito, ad ogni modo, quest’ultimo potrebbe sfruttare il conto per riscattare i crediti che gli spettano.

Per l’apertura occorre fornire un documento di identità e il codice fiscale, ma è indispensabile essere titolari di un conto corrente, che fungerà da conto di appoggio. L’identificazione finanziaria del soggetto che deposita il denaro è resa obbligatoria dalla normativa anti-riciclaggio che è contenuta nel d. lgs. n. 231 del 21 novembre del 2007. Alcuni conti possono pretendere, per l’apertura, un deposito minimo: questo è un altro motivo per il quale vale la pena di confrontare conti deposito per evitare di imbattersi in imprevisti o inconvenienti. Va detto, comunque, che nella maggior parte dei casi la soglia minima da superare corrisponde a un importo decisamente contenuto.

Il tasso di interesse

Il rendimento effettivo che viene assicurato dal conto deposito è uno dei fattori più importanti su cui è bene focalizzarsi in vista di una scelta. Ciò implica considerare e analizzare le spese che devono essere sostenute per il deposito, la logica di capitalizzazione degli interessi e il tasso di interesse che viene promesso. Come si è accennato in precedenza, le condizioni di ingresso possono essere differenti da quelle che vengono applicate a regime, e ciò vale anche per i tassi di interesse. Il tasso effettivo rappresenta un parametro unico su cui si può impostare un confronto tra conti diversi, dal momento che permette di verificare la redditività degli stessi.

Ogni conto deposito prevede tassi di interesse diversi, considerando questi ultimi come il rendimento che viene garantito rispetto al capitale che è stato investito. Nella maggior parte dei casi le banche dichiarano il tasso di interesse lordo, e pertanto è necessario sottrarre le tasse, pari al 26% di detrazione. Ovviamente la detrazione in questione non deve essere effettuata dal titolare del conto, ma è eseguita direttamente dall’istituto di credito nel momento in cui gli interessi vengono capitalizzati.

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