Politica
19 Giugno 2018
Tre anni fa i leghisti votarono però contro la legge regionale che voleva la chiusura dei campi. Fabbri: "Volevano sparpagliarli. Chi ha diritto deve essere assistito, gli altri a casa"

“Sgomberare il campo”. La Lega marcia in via Delle Bonifiche

di Redazione | 2 min

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di Simone Pesci

“Sgomberate il campo nomadi di via Delle Bonifiche”. Il segretario comunale della Lega Nicola Lodi, affiancato dal consigliere Regionale Alan Fabbri, dai deputati Maura Tomasi, Emanuele Cestari e Gianluca Vinci, suona la carica davanti a un centinaio di fedelissimi, accorsi per gridare con forza la chiusura del campo nomadi ferrarese. “Due anni fa – rammenta Lodi – la consigliera del Pd Bertelli mi disse che qui era in corso l’avvicinamento alla cultura italiana, per il quale i ferraresi hanno pagato 10 mila euro al mese per 30 anni”.

Negli ultimi giorni via Delle Bonifiche è balzata alle cronache cittadine, perché “qui – ‘Naomo’ indica le roulotte a visibili a circa 100 metri – sono stati arrestati 8 criminali, questa era una centrale del crimine a Ferrara e se dopo 30 anni il processo di avvicinamento alla cultura ha portato a questo è fallito, il campo ha fallito”.

Tre anni fa, la Lega, votò però contro la legge regionale, proposta dalla giunta Bonaccini, che disponeva lo smantellamento in favore di soluzioni abitative autofinanziate. Chiedere la chiusura del campo di via Delle Bonifiche significa una retromarcia? Alan Fabbri non la pensa così: “Votammo contro perché la Regione voleva sparpagliarli qua e là. Noi, invece, siamo per gli italiani che se ne hanno i diritti vanno assistiti, mentre chi è straniero e non ha diritto di rimanere deve tornare a casa sua”.

Accanto alla Lega c’è anche il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, che non usa mezzi termini nel spiegare il fatto che i campi vanno sgombrati perché “se uno è nomade deve fare il nomade, altrimenti è un cittadino normale e non gli si può pagare acqua, luce e gas. Anzi, se qualcuno ha i requisiti può fare domanda per una casa popolare”.

La manifestazione sulla chiusura del campo nomadi, è avvenuta in una giornata, lunedì, nel quale il ministro degli Interni Matteo Salvini aveva acclamato “un censimento dei campi rom”. Nel tardo pomeriggio, mentre Nicola Lodi e la Lega ferrarese si accingevano a manifestare a un centinaio di metri dal campo, è arrivata però la marcia indietro del numero 1 del Viminale: “Non è intenzione schedare o prendere le impronte digitali. Il nostro obiettivo è quello di fare una ricognizione per monitorare i campi nomadi”.

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