Attualità
11 Giugno 2018
Nello storico edificio della Canonici Mattei in corso Ercole I d'Este sarà ospitata la scuola linguistica Smiling

Palazzo Gulinelli riprende vita dopo 1000 giorni di cantiere

di Redazione | 2 min

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Dopo 1000 giorni di restauro Palazzo Gulinelli di corso Ercole I d’Este si riapre alla città. Tanto sono durati i lavori di ristrutturazione, che si sono resi necessari, come per molti altri edifici e monumenti della città estense, dopo gli eventi sismici del maggio 2012 sul gioiellino di proprietà della ‘Canonici Mattei’.

Qui, dove a Ettore Bugatti nel 1900 venne l’idea che di lì a poco fece nascere la storica casa automobilistica, ci sarà la sede della scuola linguistica Smiling, i cui studenti avranno il privilegio di studiare sotto soffitti con ornamenti arabeggianti, che hanno rivisto la luce dopo i 3 anni di cantiere che non terminano certo qui.

“C’è ancora tanto lavoro da fare” rivela infatti monsignor Antonio Grandini, presidente dell’Opera Don Cipriano Canonici Mattei, riferendosi alla “prossima riqualificazione di 1 ettaro di parco”. Anche se per la prima tranche di lavori si può essere più che soddisfatti, perché, spiega Grandini, “abbiamo restituito alla città non un palazzo ma un monumento”.

Il momento della riapertura delle porte del palazzo, per il sindaco Tiziano Tagliani è la dimostrazione “che è ancora possibile investire a Ferrara quando si vuole fare veramente qualcosa”. “Dentro questa operazione – rileva Tagliani – vedo la volontà di investire sul bello e la voglia di scommettere sul futuro della città e su quei ragazzi che qui studieranno”.

E’ sulla stessa linea del sindaco l’assessore regionale Patrizio Bianchi: “E’ sempre una grande emozione quando si riaprono le porte, perché quando lo si fa, come in questo caso, si ritrova un pezzo di identità cittadina”.

Prima del giro di rito, al quale hanno preso parte anche il prefetto Michele Campanaro e il questore Giancarlo Pallini, l’arcivescovo Gian Carlo Perego ha voluto spiegare come “la scuola in questo luogo è un dono, e il fatto che sia una scuola che guarda alle lingue nel momento della globalizzazione mi fa sperare che questo diventi un luogo di intercultura”.

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