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di Cepparello da Prato
Era arrivato dagli antipodi per cercare l’onda gigante. Ason Minamatt, surfista di lungo corso, idolo australiano della tavola acrobatica, aveva letto su Estense.troll che il mare più impressionante del mondo era quello che si affacciava sui lidi ferraresi.
E lui, digerite ormai scorpacciate di onde alle Hawaii, a Sumatra, in Portogallo e nelle Filippine, sentiva forte l’impulso di nuove emozioni.
E così, chiedendosi nel profondo cosa fossero gli “streptococchi fecali”, è partito per la volta dell’Italia. Destinazione Comacchio.
Solo al suo arrivo, boxer in vita e tatuaggi sul resto del corpo, ha capito cosa quel giornale intendesse per “impressionante”. Ma Ason Minamatt non è certo il tipo che si perde d’animo solo perché ha percorso 16.399 km, affrontato 23 ore di volo e speso un patrimonio in spray antizanzare. No, Ason ha subito imbracciato la sua surfboard e si è gettato verso l’infinito blu. Un po’ grigiastro in questo caso.
Ma un uomo abituato a lottare con meduse giganti, a strappare la vita dalle grinfie degli squali, a danzare traiettorie acrobatiche con i delfini, non poteva mettere in conto la barriera di scogli di Porto Garibaldi.
L’impatto è stato tremendo. Sul posto sono giunti i soccorsi di guardia costiera, carabinieri e 118. Ed è stata proprio l’ambulanza, dopo le prime manovre di soccorso, a caricarlo a bordo per portarlo in ospedale.
Ancora in stato di choc, Ason ha ripreso uno stato di semicoscienza durante il tragitto. “What a fuck!” ha esordito con l’infermiere accanto. “Where are we going?”. “Cona hospital, mister” è stata la pronta risposta dell’infemiere, accompagnato da un sorriso sornione che solo chi vede capitalizzati in pochi secondi gli studi linguistici di una vita può avere.
Ma nessun percorso di studi poteva preparare a quello che da lì a qualche frazione di secondo sarebbe successo. Ason Minamatt (“sbiancato improvvisamente, tatuaggi compresi”, riferirà il testimone) ha spalancato con un calcio il portellone posteriore dell’ambulanza e si è gettato nel vuoto. Dopo un violento capitombolo sull’asfalto, si è rialzato con la prontezza di un Usain Bolt sui blocchi di partenza ed è sparito tra i campi.
Le ricerche del paziente mancato continuano a tutto campo, ma c’è chi scommette che sia riuscito a tornare in Australia con mezzi di fortuna.
Di lui rimane la tavola da surf, ora esposta nell’ingresso del Sant’Anna di Cona accanto alla prima pietra benedetta da Papa Giovanni Paolo II.
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