5 ore di attesa per sentirsi dire: «torni domani a fare le analisi». E’ accaduto ieri ad una signora che si è punta un piede con una siringa abbandonata nella spiaggia libera del Lido di Spina.
La prassi è il prelievo per riscontrare se ha contratto l’Aids o l’epatite. L’attesa, essendo un codice verde, per la diagnosi del medico che, nel caso specifico, era facilmente comprensibile per chiunque. I lunghi tempi, non derivano da responsabilità del personale sanitario che, evidentemente sotto organico, fa il possibile, ma dal fatto che di Pronti soccorso ne sono rimasti ben pochi e gran parte della provincia grava sul nosocomio di Cona.
Data dunque l’ampia estensione geografica della nostra provincia, tutte le battaglie fatte dall’opposizione in Comune e Regione per tentare di salvare qualche altro ospedale provvisto di pronto soccorso – perché un PS necessita di reparti ospedalieri – erano dunque tanto peregrine?
Ma se come si può immaginare sono state scelte dettate dai problemi dei costi della sanità, malgrado oggi si paghino anche i codici bianchi e verdi, e malgrado sulla sanità siano stati buttati miliardi in scelte sbagliate, almeno, non sarebbe il caso di potenziare, a livello di organici, uno dei pochi pronti soccorso rimasti sul territorio insieme al Delta? E’ così ‘normale’ e civile che in caso di necessità si debba mettere in preventivo una giornata persa? E’ davvero questo il ‘fiore all’occhiello’ tanto sbandierato a livello di propaganda politica da chi ci governa da oltre settant’anni?
Mauro Malaguti – Coordinatore provinciale Fratelli d’Italia