Comacchio
4 Giugno 2018
Tomasi, Zarattini e Pini assolti con formula piena nel processo d'appello, revocato il sequestro preventivo dei 223 appartamenti

Non ci fu nessun abuso, via i sigilli dal residence Regina Mare

di Redazione | 3 min

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Lido di Pomposa. Un ribaltamento totale di quanto deciso dal giudice di primo grado a Ferrara: la Corte d’Appello di Bologna ha assolto con formula piena Massimiliano Tomasi, Guido Zarattini e Antonio Pini nel processo per la presunta lottizzazione abusiva nella realizzazione del complesso residenziale Regina Mare a Lido di Pomposa.

Per effetto della sentenza sono stati anche dissequestrati i 233 appartamenti a cui procura e Guardia di Finanza avevano posto i sigilli, in via preventiva, nel febbraio 2017 dopo la sentenza di primo grado del gennaio precedente, che aveva previsto la confisca tutti gli immobili non venduti, oltre che la condanna a un anno di reclusione per il costruttore Tomasi, il progettista Zarattini e il dirigente comunale Pini.

Il valore dei beni ora dissequestrati ammonta a oltre 20 milioni di euro.

Il processo si fondava, in sostanza, su interpretazioni contrastanti delle diverse normative sui piani paesaggistici, in particolare quella provinciale e quella regionale, considerata dalle difese sovraordinata alla prima e alla quale gli imputati si sarebbero conformati per la lottizzazione. Un’interpretazione respinta dal giudice di primo grado, che diede ragione alla procura, avvallata invece dai giudici dell’appello, secondo i quali “il fatto non costituisce reato”.

«In punto di diritto è sempre stato evidente che il fatto di abuso edilizio non sussiste», è il commento di Ted Tomasi, dell’Immobiliare Medusa, società del noto gruppo imprenditoriale Tomasi case. «Il Giudice bolognese è stato encomiabile e non ha utilizzato mezzi termini, emettendo una sentenza di assoluzione con formula piena: nella piena consapevolezza, quindi, che l’innocenza è sicura e certa. Il Regina mare è uno splendido compendio immobiliare di 326 villette costruito da oltre 10 anni alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti e nella piena regolarità dell’iter amministrativo e degli atti amministrativi concernenti il Pue Regina Mare. Con il processo che la Società immobiliare ha subito, si è fatto passare come un mostro edilizio quello che è invece una delle perle dei 7 lidi, “Regina del mare” di nome e di fatto. Più che di abuso edilizio realizzato, viene da pensare ad un abuso di diritto subito».

Tomasi lamenta che «la Società è stata vittima di un meccanismo iniquo e non si sa per quale motivo. Forse la malevolenza degli dei esiste davvero?  Un dato è certo:  è stata colpita una delle società del gruppo imprenditoriale della zona tra i più affermati, più prestigiosi e che, grazie alle proprie forze, ha saputo resistere agli anni della gravissima crisi mondiale iniziata nel 2008 come pochi altri avrebbero saputo fare, nonostante i danni incommensurabili subiti da questa vicenda. Si aggiunge che il sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Ferrara ha configurato l’abuso nell’abuso – aggiunge Tomasi – dal momento che ha realizzato un vincolo gravissimo ed iniquo quando ancora la misura della paventata confisca era sub judice. Quindi, si è voluto mettere la società con le spalle al muro prima che il giudice avesse pronunciato una sentenza definitiva, con tutte le conseguenze che si lasciano soltanto immaginare per un gruppo che ha fatto della propria immagine il proprio punto di forza negli anni. Non da ultimo, il gruppo Tomasi case è negli ultimi anni particolarmente sensibile alle bellezze paesaggistiche di questo territorio. Infatti, sta prodigandosi con tutte le proprie forze per creare servizi e prodotti turistici in sintonia con le più moderne esigenze ricettive e nella piena tutela dell’interesse pubblico allo sviluppo sostenibile e turistico e del relativo indotto».

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